Intervista al professore Luigi Mazza

L’ultima crisi finanziaria ha tolto alle ideologie neo-liberiste molte delle loro attrattive, e riproposto il tema di un rafforzamento del controllo dei mercati, ma gli orientamenti politici rimangono incerti. Le idee sul da farsi non sono chiare, e di questa incertezza risentono le culture della pianificazione italiana e europea. Il governo del territorio attraversa un periodo di disorientamento che spesso gli impedisce di contribuire utilmente alla conversazione sociale e di rispondere efficacemente ai bisogni collettivi. È difficile sfuggire all’idea che una parte non lieve delle responsabilità per questa situazione sia imputabile alla cultura tecnica. Col passare del tempo sull’impianto originario del sistema di pianificazione si sono accumulate retoriche professionali e incrostazioni che ne hanno ridotto o impedito la trasparenza e l’efficacia. Una riflessione che rimetta in discussione abitudini e credenze consolidate appare necessaria per restituire al governo del territorio un rinnovato senso sociale e credibilità.