Freire was a master of dialogue and healing through education. His legacy is an emancipatory form of education, which regards non-violent interaction as an effective strategy to achieve true liberation. Dialogue requires an ability to listen and a mastery of words. The struggle against analphabetism was at the heart of Freire’s pedagogy, a necessary step to restore the voice of the oppressed, whom power has condemned to silence. Culture come from the people, who, thanks to education, develop awareness and liberate all of humanity. Society and history are no longer predetermined; they are a product of free human action. Pedagogy is emancipatory knowledge, and the relationship between the teacher and the pupil takes the form of a mutual exchange: one learns while teaching, and teaches while learning. Freire’s recipe for education is commitment to build a better society. The aim of his critique of neoliberalism and capitalism is to promote awareness, liberation, and a democracy founded on solidarity. Freire’s pedagogic paradigm is a hermeneutically open perspective harmonizing theory and educational practice, life and school. This perspective translates to a practice of education based on epistemological criteria aimed at research, interpretation, investigation, and emancipatory autonomy. Only a militant and resistant pedagogy can provide a path to awareness. In Freire’s pedagogical conception, acknowledgement of otherness, and particularly recognition of those at the bottom of the social ladder and of all differences, is the epistemic key to going beyond, in the name of an ontology striving for being more. The objective is to harmonize and integrate differences, not to neutralize them, but to promote a solidary pedagogy. Such a pedagogy should be capable of achieving unity in diversity by protecting the singularity of each citizen, and of favoring reciprocal recognition and effective protection of minorities and the weak.

Il messaggio di Freire (maestro del dialogo e della cura educativa) è pratica di un’educazione emancipatrice che considera l’incontro e l’interazione non violenta strategie privilegiate per una concreta liberazione. Il dialogo presuppone ascolto e possesso della parola. La lotta all’analfabetismo, filo conduttore della pedagogia di Freire, è percorso necessario per restituire la parola agli oppressi che il potere ha condannato al silenzio. La cultura viene dal popolo che grazie all’educazione prende coscienza e libera l’intera umanità. La società e la storia, non più predeterminate, sono il prodotto del libero agire umano e la pedagogia è sapere emancipativo, mentre il rapporto tra docente e discente si concretizza come mutuo scambio: insegnando si impara e imparando si insegna. La cura educativa per Freire è impegno per dare compimento ad una società migliore. La critica a neoliberismo e capitalismo allora è proposta per un cambiamento che aspira ad essere critica emancipazione in funzione della coscientizzazione, della liberazione e di una democrazia fondata sulla solidarietà. Il paradigma pedagogico di Freire è prospettiva ermeneuticamente aperta che concilia teoria e prassi formativa, vita e scuola, traducendosi in agire educativo orientato secondo criteri epistemologici volti a: ricerca, interpretazione, indagine, autonomia emancipatrice. Soltanto una pedagogia militante e della resistenza può fungere da itinerario di consapevolezza. La concezione pedagogica di Freire fa della cura, dell’attenzione all’alterità, del riconoscimento degli ultimi e di tutti i differenti la chiave epistemica per andare oltre, in nome di un’ontologia che è tensione verso l’essere di più. L’obiettivo è conciliare e integrare le differenze, non per neutralizzarne la matrice divergente e di contrasto, ma per promuovere una pedagogia solidale che sappia realizzare l’unità nella diversità, tutelando la singolarità di ciascun cittadino nella pluralità, e che favorisca il mutuo riconoscimento e l’effettiva tutela delle minoranze e di tutti i più deboli.

Cura educativa, coscientizzazione, democrazia in Paulo Freire

Salmeri Stefano
2018-01-01

Abstract

Freire was a master of dialogue and healing through education. His legacy is an emancipatory form of education, which regards non-violent interaction as an effective strategy to achieve true liberation. Dialogue requires an ability to listen and a mastery of words. The struggle against analphabetism was at the heart of Freire’s pedagogy, a necessary step to restore the voice of the oppressed, whom power has condemned to silence. Culture come from the people, who, thanks to education, develop awareness and liberate all of humanity. Society and history are no longer predetermined; they are a product of free human action. Pedagogy is emancipatory knowledge, and the relationship between the teacher and the pupil takes the form of a mutual exchange: one learns while teaching, and teaches while learning. Freire’s recipe for education is commitment to build a better society. The aim of his critique of neoliberalism and capitalism is to promote awareness, liberation, and a democracy founded on solidarity. Freire’s pedagogic paradigm is a hermeneutically open perspective harmonizing theory and educational practice, life and school. This perspective translates to a practice of education based on epistemological criteria aimed at research, interpretation, investigation, and emancipatory autonomy. Only a militant and resistant pedagogy can provide a path to awareness. In Freire’s pedagogical conception, acknowledgement of otherness, and particularly recognition of those at the bottom of the social ladder and of all differences, is the epistemic key to going beyond, in the name of an ontology striving for being more. The objective is to harmonize and integrate differences, not to neutralize them, but to promote a solidary pedagogy. Such a pedagogy should be capable of achieving unity in diversity by protecting the singularity of each citizen, and of favoring reciprocal recognition and effective protection of minorities and the weak.
2018
Il messaggio di Freire (maestro del dialogo e della cura educativa) è pratica di un’educazione emancipatrice che considera l’incontro e l’interazione non violenta strategie privilegiate per una concreta liberazione. Il dialogo presuppone ascolto e possesso della parola. La lotta all’analfabetismo, filo conduttore della pedagogia di Freire, è percorso necessario per restituire la parola agli oppressi che il potere ha condannato al silenzio. La cultura viene dal popolo che grazie all’educazione prende coscienza e libera l’intera umanità. La società e la storia, non più predeterminate, sono il prodotto del libero agire umano e la pedagogia è sapere emancipativo, mentre il rapporto tra docente e discente si concretizza come mutuo scambio: insegnando si impara e imparando si insegna. La cura educativa per Freire è impegno per dare compimento ad una società migliore. La critica a neoliberismo e capitalismo allora è proposta per un cambiamento che aspira ad essere critica emancipazione in funzione della coscientizzazione, della liberazione e di una democrazia fondata sulla solidarietà. Il paradigma pedagogico di Freire è prospettiva ermeneuticamente aperta che concilia teoria e prassi formativa, vita e scuola, traducendosi in agire educativo orientato secondo criteri epistemologici volti a: ricerca, interpretazione, indagine, autonomia emancipatrice. Soltanto una pedagogia militante e della resistenza può fungere da itinerario di consapevolezza. La concezione pedagogica di Freire fa della cura, dell’attenzione all’alterità, del riconoscimento degli ultimi e di tutti i differenti la chiave epistemica per andare oltre, in nome di un’ontologia che è tensione verso l’essere di più. L’obiettivo è conciliare e integrare le differenze, non per neutralizzarne la matrice divergente e di contrasto, ma per promuovere una pedagogia solidale che sappia realizzare l’unità nella diversità, tutelando la singolarità di ciascun cittadino nella pluralità, e che favorisca il mutuo riconoscimento e l’effettiva tutela delle minoranze e di tutti i più deboli.
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