L’ex base militare Nato di Comiso è situata al centro del bacino che gravita intorno i comuni di Comiso, Vittoria, Chiaramonte Gulfi e Ragusa; un infrastruttura abbandonata dal 1994 che costituisce un enorme vuoto all'interno di un territorio metropolitano diffuso, caratterizzato, oltre che dagli agglomerati urbani, anche dalla presenza di terreni agricoli, serre, masserie, e poi tante piccole abitazioni, depositi, capannoni, rivendite di auto, di mobili, negozi all'ingrosso, supermercati, bar. Episodi differenti o ripetuti che configurano complessivamente un sistema che, nel tempo, si è auto-organizzato attraverso l'azione diretta dei privati cittadini. Un sistema discontinuo, ma comunque imperniato economicamente tanto sulla coltivazione florovivaistica e ortofrutticola, quanto sulla piccola impresa artigianale. Un impianto dove, lo stesso aeroporto, che occupa solo una piccola parte dell'ex base militare, stenta a integrarsi non riuscendo a produrre servizi adeguati alle potenzialità produttive della zona. Ciò detto, il nostro contributo prende spunto da una ricerca in corso sulla riattivazione delle ex basi militari in Sicilia e da alcune occasioni di progetto che hanno avuto lo scopo di sondare come ricollegare questa infrastruttura al suo territorio; interventi rigenerativi studiati per essere più coerenti con la forma, le esigenze, l'identità, e le trasformazioni in atto nel territorio circostante. Interventi che aggiungono poco, al più sottraggono, spostano, sostituiscono, riorganizzano e ove possibile riciclano la materia trovata: operazioni concettuali, il cui risultato finale potrebbe significare l'inizio di un nuovo immaginario collettivo, reale, da cui ripartire per riabitare questi luoghi.

Infrastrutture e città diffusa. Riuso dell'ex base Nato di Comiso

Marzullo Calogero
2019-01-01

Abstract

L’ex base militare Nato di Comiso è situata al centro del bacino che gravita intorno i comuni di Comiso, Vittoria, Chiaramonte Gulfi e Ragusa; un infrastruttura abbandonata dal 1994 che costituisce un enorme vuoto all'interno di un territorio metropolitano diffuso, caratterizzato, oltre che dagli agglomerati urbani, anche dalla presenza di terreni agricoli, serre, masserie, e poi tante piccole abitazioni, depositi, capannoni, rivendite di auto, di mobili, negozi all'ingrosso, supermercati, bar. Episodi differenti o ripetuti che configurano complessivamente un sistema che, nel tempo, si è auto-organizzato attraverso l'azione diretta dei privati cittadini. Un sistema discontinuo, ma comunque imperniato economicamente tanto sulla coltivazione florovivaistica e ortofrutticola, quanto sulla piccola impresa artigianale. Un impianto dove, lo stesso aeroporto, che occupa solo una piccola parte dell'ex base militare, stenta a integrarsi non riuscendo a produrre servizi adeguati alle potenzialità produttive della zona. Ciò detto, il nostro contributo prende spunto da una ricerca in corso sulla riattivazione delle ex basi militari in Sicilia e da alcune occasioni di progetto che hanno avuto lo scopo di sondare come ricollegare questa infrastruttura al suo territorio; interventi rigenerativi studiati per essere più coerenti con la forma, le esigenze, l'identità, e le trasformazioni in atto nel territorio circostante. Interventi che aggiungono poco, al più sottraggono, spostano, sostituiscono, riorganizzano e ove possibile riciclano la materia trovata: operazioni concettuali, il cui risultato finale potrebbe significare l'inizio di un nuovo immaginario collettivo, reale, da cui ripartire per riabitare questi luoghi.
2019
978-88-941188-6-5
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