Impostosi nella Creta dell’AM II parallelamente allo sviluppo di una società in via di gerarchizzazione con élites locali in forte ascesa, il sigillo costituisce un potentissimo strumento provvisto di un valore economico e simbolico al tempo stesso. In questo contesto socio-economico, è stato ipotizzato con buona verosimiglianza che la scelta delle rappresentazioni iconografiche (più propriamente definibili icone) che i sigilli recano sulla loro superficie non debba essere interpretata come dettata da una valutazione esclusivamente artistica, ma vi debbano essere riconosciuti i tratti di una consapevole scelta carica di precisi connotati politici e sociali. Il dibattito sull’interpretazione dello statuto di questi segni grafici e la commistione di essi, su glittica, con segni di scrittura provvisti di una esecuzione linguistica normativa è alla base di una annosa querelle che ha visto la definizione del sistema scrittorio geroglifico minoico come una “dubious writing”, una “écriture ornamentale” o “definitely not a true writing”. Seguendo le osservazioni analoghe condotte sul patrimonio segnico del geroglifico anatolico si ipotizza che, anche per il geroglifico cretese, ogni segno, o gruppo di segni tematicamente imparentati tra quelli non eseguibili foneticamente possano caricarsi e farsi portatori delle conoscenze ad essi relative e dei valori culturali con essi connessi, con uno statuto complementare ma distinto da quello dei segni di scrittura. Inserendo l’apparizione della scrittura su supporto glittico nel contesto dell’evoluzione degli usi di questo specifico supporto, la questione se alcuni dei segni considerati “decorativi” debbano o meno ricevere una esecuzione fonetica sembra diventare addirittura superflua, quando si dimostri che essi derivano da precedenti tradizioni e stili glittici e comunque sono attestati (o continuano ad esserlo) anche parallelamente all’apparizione della scrittura. In altre parole, si ritiene di poter ribaltare l’interpretazione corrente delle iscrizioni su sigillo accompagnate da icone, nella misura in cui si chiarisca che non sono questi ultimi che si aggiungono all’iscrizione, ma è quest’ultima che subentra in una fase successiva ad un già stabile patrimonio iconografico della glittica minoica altamente motivato in senso culturale.

"Le strategie comunicative sui sigilli con iscrizioni in geroglifico minoico"

CIVITILLO, MATILDE
2014-01-01

Abstract

Impostosi nella Creta dell’AM II parallelamente allo sviluppo di una società in via di gerarchizzazione con élites locali in forte ascesa, il sigillo costituisce un potentissimo strumento provvisto di un valore economico e simbolico al tempo stesso. In questo contesto socio-economico, è stato ipotizzato con buona verosimiglianza che la scelta delle rappresentazioni iconografiche (più propriamente definibili icone) che i sigilli recano sulla loro superficie non debba essere interpretata come dettata da una valutazione esclusivamente artistica, ma vi debbano essere riconosciuti i tratti di una consapevole scelta carica di precisi connotati politici e sociali. Il dibattito sull’interpretazione dello statuto di questi segni grafici e la commistione di essi, su glittica, con segni di scrittura provvisti di una esecuzione linguistica normativa è alla base di una annosa querelle che ha visto la definizione del sistema scrittorio geroglifico minoico come una “dubious writing”, una “écriture ornamentale” o “definitely not a true writing”. Seguendo le osservazioni analoghe condotte sul patrimonio segnico del geroglifico anatolico si ipotizza che, anche per il geroglifico cretese, ogni segno, o gruppo di segni tematicamente imparentati tra quelli non eseguibili foneticamente possano caricarsi e farsi portatori delle conoscenze ad essi relative e dei valori culturali con essi connessi, con uno statuto complementare ma distinto da quello dei segni di scrittura. Inserendo l’apparizione della scrittura su supporto glittico nel contesto dell’evoluzione degli usi di questo specifico supporto, la questione se alcuni dei segni considerati “decorativi” debbano o meno ricevere una esecuzione fonetica sembra diventare addirittura superflua, quando si dimostri che essi derivano da precedenti tradizioni e stili glittici e comunque sono attestati (o continuano ad esserlo) anche parallelamente all’apparizione della scrittura. In altre parole, si ritiene di poter ribaltare l’interpretazione corrente delle iscrizioni su sigillo accompagnate da icone, nella misura in cui si chiarisca che non sono questi ultimi che si aggiungono all’iscrizione, ma è quest’ultima che subentra in una fase successiva ad un già stabile patrimonio iconografico della glittica minoica altamente motivato in senso culturale.
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