In Europa, l’interesse per i centri storici si sviluppa in seguito alle catastrofi determinate dal secondo conflitto mondiale. Le numerose opportunità di incontro tra esperti del settore, che si susseguiranno dalla fine gli anni ’50, avranno un nuovo oggetto d’interesse: non più limitato al singolo manufatto, ma ormai esteso anche all’ambiente circostante. Coinvolta in tale dibattito culturale, la Francia, con largo anticipo rispetto agli altri paesi europei, crea il 4 agosto 1962, uno strumento legislativo specificamente preposto a una tutela unitaria e coerente di zone omogenee di particolare valore storico-artistico: i secteurs sauvegardés. Fondata su un’approfondita conoscenza del patrimonio edilizio e su una piena considerazione degli aspetti di natura tecnica, giuridica ed economico-sociale, la loi Malraux2, costituirà da quel momento un modello unico in materia. Dopo quasi cinquant’anni dalla sua promulgazione, appare di un certo interesse analizzare i punti di forza e le debolezze di tale procedura per riflettere su possibili piste di evoluzione, utili anche a livello internazionale. Dall’epoca di emanazione della legge, infatti, molte cose sono mutate: la Francia è cambiata, le sue città si sono progressivamente trasformate, così come le loro esigenze e obiettivi. Anche la legge del 1962 è stata in parte modificata nel tentativo di adeguarla al progredire delle dottrine del restauro e della pianificazione urbana e territoriale. Ma quali erano le motivazioni originarie e qual è stato il processo evolutivo di questo importante strumento di tutela dei centri antichi?

La loi Malraux: politiche sui centri storici in Francia

VERSACI, ANTONELLA
2011-01-01

Abstract

In Europa, l’interesse per i centri storici si sviluppa in seguito alle catastrofi determinate dal secondo conflitto mondiale. Le numerose opportunità di incontro tra esperti del settore, che si susseguiranno dalla fine gli anni ’50, avranno un nuovo oggetto d’interesse: non più limitato al singolo manufatto, ma ormai esteso anche all’ambiente circostante. Coinvolta in tale dibattito culturale, la Francia, con largo anticipo rispetto agli altri paesi europei, crea il 4 agosto 1962, uno strumento legislativo specificamente preposto a una tutela unitaria e coerente di zone omogenee di particolare valore storico-artistico: i secteurs sauvegardés. Fondata su un’approfondita conoscenza del patrimonio edilizio e su una piena considerazione degli aspetti di natura tecnica, giuridica ed economico-sociale, la loi Malraux2, costituirà da quel momento un modello unico in materia. Dopo quasi cinquant’anni dalla sua promulgazione, appare di un certo interesse analizzare i punti di forza e le debolezze di tale procedura per riflettere su possibili piste di evoluzione, utili anche a livello internazionale. Dall’epoca di emanazione della legge, infatti, molte cose sono mutate: la Francia è cambiata, le sue città si sono progressivamente trasformate, così come le loro esigenze e obiettivi. Anche la legge del 1962 è stata in parte modificata nel tentativo di adeguarla al progredire delle dottrine del restauro e della pianificazione urbana e territoriale. Ma quali erano le motivazioni originarie e qual è stato il processo evolutivo di questo importante strumento di tutela dei centri antichi?
2011
9788864940625
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11387/10849
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