In età costantiniana la Sicilia, crocevia di culture e approdo privilegiato al centro del Mediterraneo in virtù della sua posizione strategica sulle rotte di navigazione e del commercio marittimo, si configura come un “laboratorio” fra i più interessanti nel bacino del Mediterraneo stesso, in quanto segnata dalla presenza di gruppi (mighty minorities) di diversa connotazione socio-religiosa che nell’isola trovarono riparo, anche in connessione con il ruolo di primo piano per il rifornimento granario di Roma e degli eserciti. Lo studio delle testimonianze archeologiche mostra una persistenza pagana molto forte nella Sicilia tardoantica, a fronte di una cristianizzazione molto graduale, ma anche una presenza molto importante dei giudei, che ricoprivano ruoli economici rilevanti nell’isola. Queste particolari condizioni hanno favorito il verificarsi di una koine culturale pagana, cristiana e giudaica, soprattutto in ambito rurale, con una commistio unica che portò alla condivisione di spazi funerari e do conseguenza anche alla diffusione di tradizioni cristiane eterodosse. Le evidenze archeologiche, e in particolare le necropoli, proprio perché rappresentano un riflesso del mondo dei vivi, costituiscono osservatorio privilegiato per la comprensione dell’organizzazione dei diversi gruppi sociali e religiosi nella Sicilia tardoantica dove il carattere sincretistico giudaico-cristiano del credo religioso è confermata anche dalla diffusione di pratiche liturgiche di matrice giudaico-alessandrina o da documenti a carattere magico: iscrizioni o amuleti di origine giudaica, ma anche greco-romani o cristiani con evidente influenza del giudaismo.
Compresenze religiose e culturali nella Sicilia tardoantica. Il caso dell’ebraismo. Gli indicatori archeologici.
PATTI, DANIELA
2016-01-01
Abstract
In età costantiniana la Sicilia, crocevia di culture e approdo privilegiato al centro del Mediterraneo in virtù della sua posizione strategica sulle rotte di navigazione e del commercio marittimo, si configura come un “laboratorio” fra i più interessanti nel bacino del Mediterraneo stesso, in quanto segnata dalla presenza di gruppi (mighty minorities) di diversa connotazione socio-religiosa che nell’isola trovarono riparo, anche in connessione con il ruolo di primo piano per il rifornimento granario di Roma e degli eserciti. Lo studio delle testimonianze archeologiche mostra una persistenza pagana molto forte nella Sicilia tardoantica, a fronte di una cristianizzazione molto graduale, ma anche una presenza molto importante dei giudei, che ricoprivano ruoli economici rilevanti nell’isola. Queste particolari condizioni hanno favorito il verificarsi di una koine culturale pagana, cristiana e giudaica, soprattutto in ambito rurale, con una commistio unica che portò alla condivisione di spazi funerari e do conseguenza anche alla diffusione di tradizioni cristiane eterodosse. Le evidenze archeologiche, e in particolare le necropoli, proprio perché rappresentano un riflesso del mondo dei vivi, costituiscono osservatorio privilegiato per la comprensione dell’organizzazione dei diversi gruppi sociali e religiosi nella Sicilia tardoantica dove il carattere sincretistico giudaico-cristiano del credo religioso è confermata anche dalla diffusione di pratiche liturgiche di matrice giudaico-alessandrina o da documenti a carattere magico: iscrizioni o amuleti di origine giudaica, ma anche greco-romani o cristiani con evidente influenza del giudaismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.