Il saggio analizza The Gap of Time (2015), un recente romanzo a firma di una delle più importanti ed autorevoli scrittrici contemporanee inglesi, Jeanette Winterson che costituisce il primo volume della collana di riscritture shakespeariane creata dalla celebre The Hogarth Press per celebrare l’anniversario dei quattrocento anni dalla morte del Bardo (The Hogarth Shakespeare Project). The Gap of Time è una rilettura di The Winter’s Tale, che Winterson considera un ‘testo talismanico’ per la sua intera opera, con cui il presente romanzo intreccia numerosi link intratestuali. Antosa esamina le modalità con cui l’autrice inglese rielabora narrativamente, attualizzandole nel mondo londinese contemporaneo, alcune tematiche chiave del testo shakespeariano, come il senso e il valore del Tempo, riproposto già a livello paratestuale. In The Winter’s Tale vi è infatti un gap di sedici anni, una delle cesure più lunghe della produzione shakespeariana: Winterson snoda la propria riflessione autoriale proprio incentrandosi metanarrativamente sul senso e il valore di tale buco temporale, offrendo una propria meditazione che postmodernamente rielabora a livello anche autobiografico anche altri temi chiave di ispirazione shakespeariana: il perdono, la ‘perdita’ dei genitori e degli affetti e il loro successivo ritrovamento e l’omoerotismo, nonché un rocambolesco alternarsi di eventi che conduce, nel romanzo come nel romance, ad un lieto fine che parla di ritrovamenti, di riconciliazione e di perdono.
"That which is lost is found": Jeanette Winterson riscrive "The Winter’s Tale" di William Shakespeare
Antosa
2018-01-01
Abstract
Il saggio analizza The Gap of Time (2015), un recente romanzo a firma di una delle più importanti ed autorevoli scrittrici contemporanee inglesi, Jeanette Winterson che costituisce il primo volume della collana di riscritture shakespeariane creata dalla celebre The Hogarth Press per celebrare l’anniversario dei quattrocento anni dalla morte del Bardo (The Hogarth Shakespeare Project). The Gap of Time è una rilettura di The Winter’s Tale, che Winterson considera un ‘testo talismanico’ per la sua intera opera, con cui il presente romanzo intreccia numerosi link intratestuali. Antosa esamina le modalità con cui l’autrice inglese rielabora narrativamente, attualizzandole nel mondo londinese contemporaneo, alcune tematiche chiave del testo shakespeariano, come il senso e il valore del Tempo, riproposto già a livello paratestuale. In The Winter’s Tale vi è infatti un gap di sedici anni, una delle cesure più lunghe della produzione shakespeariana: Winterson snoda la propria riflessione autoriale proprio incentrandosi metanarrativamente sul senso e il valore di tale buco temporale, offrendo una propria meditazione che postmodernamente rielabora a livello anche autobiografico anche altri temi chiave di ispirazione shakespeariana: il perdono, la ‘perdita’ dei genitori e degli affetti e il loro successivo ritrovamento e l’omoerotismo, nonché un rocambolesco alternarsi di eventi che conduce, nel romanzo come nel romance, ad un lieto fine che parla di ritrovamenti, di riconciliazione e di perdono.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.