Possiamo definire il fenomeno della tratta di persone, a tutti gli effetti, una forma di schiavitù moderna (Ciconte, Romani, 2002; Arlacchi, 1999; Bales, 2005). Sul piano educativo e didattico, se da una parte si riflette e si opera per mantenere un costante equilibrio tra il “diritto di uguaglianza” e il “diritto alla differenza” (Tarozzi, 1998, 2004), dall’altra, con una funzione complessa e sistemica, occorre orientarsi alla educabilità in senso interculturale della persona umana. In tal senso, l’agire educativo è sollecitato ad operare delle mediazioni sono appunto quelle aree esistenziali lungo le quali si dispiega la relazionalità dell’essere umano (Cestaro, 2013). È necessario, a tal fine, recuperare la mediazione quale capacità di “saper essere tra”, indispensabile per un agire educativo in contesti multietnici. Una chiave di volta, all’interno di un progetto pedagogico che, in collaborazione con i diversi attori del territorio, possa offrire a ciascuno la possibilità di fare esperienze reali, significative, di coesione sociale e di cittadinanza umana e attiva in prospettiva interculturale, in cui sentirsi protagonista del proprio futuro. La ricerca si offre come preziosa occasione per promuovere una riflessione e un dibattito scientifico a più voci e per porre, ancora una volta, l’accento sulla necessità di accostarsi alla tematica con uno sguardo interdisciplinare e sistemico, capace di cogliere e valorizzare comunanze e differenze. La natura multidimensionale del tema deve fare riflettere sulla persona sia a livello individuale che collettivo, i bisogni, i diritti e ciò implica una riflessione teorico-pratica di natura antropologica e pedagogica importante.
Lettura pedagogica e proposte didattiche
Marinella Muscarà
;Alessandra Lo Piccolo
2019-01-01
Abstract
Possiamo definire il fenomeno della tratta di persone, a tutti gli effetti, una forma di schiavitù moderna (Ciconte, Romani, 2002; Arlacchi, 1999; Bales, 2005). Sul piano educativo e didattico, se da una parte si riflette e si opera per mantenere un costante equilibrio tra il “diritto di uguaglianza” e il “diritto alla differenza” (Tarozzi, 1998, 2004), dall’altra, con una funzione complessa e sistemica, occorre orientarsi alla educabilità in senso interculturale della persona umana. In tal senso, l’agire educativo è sollecitato ad operare delle mediazioni sono appunto quelle aree esistenziali lungo le quali si dispiega la relazionalità dell’essere umano (Cestaro, 2013). È necessario, a tal fine, recuperare la mediazione quale capacità di “saper essere tra”, indispensabile per un agire educativo in contesti multietnici. Una chiave di volta, all’interno di un progetto pedagogico che, in collaborazione con i diversi attori del territorio, possa offrire a ciascuno la possibilità di fare esperienze reali, significative, di coesione sociale e di cittadinanza umana e attiva in prospettiva interculturale, in cui sentirsi protagonista del proprio futuro. La ricerca si offre come preziosa occasione per promuovere una riflessione e un dibattito scientifico a più voci e per porre, ancora una volta, l’accento sulla necessità di accostarsi alla tematica con uno sguardo interdisciplinare e sistemico, capace di cogliere e valorizzare comunanze e differenze. La natura multidimensionale del tema deve fare riflettere sulla persona sia a livello individuale che collettivo, i bisogni, i diritti e ciò implica una riflessione teorico-pratica di natura antropologica e pedagogica importante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.