Mito, favola, fiaba. Sembrerebbero tre argomenti distinti e separati. E per gli specialisti lo sono, almeno in parte: favola e fiaba sono due diversi generi letterari, il mito è anche qualcosa di più ampio e di più complesso. Perché allora metterli insieme? Perché tutti e tre sono legati alla parola e all’immaginario. Sono tre diverse espressioni di quella parola pronunciata, scritta, letta e tramandata, che è strumento precipuo di trasmissione del pensiero e del sapere nella civiltà umana. Sono al contempo manifestazione di quell’insieme di credenze, paure, superstizioni, tabù, dubbi, domande e risposte, che chiamiamo genericamente immaginario. Sono dunque tre diverse forme in cui si organizza e si tramanda la memoria collettiva, nella tradizione orale e folklorica, nella lingua, nella letteratura o nell’arte. Diciotto studiosi di diversa formazione si sono confrontati su questi temi. L’approccio non poteva che essere multi- e inter- disciplinare: ciascuno, con la sua prospettiva e metodologia, propone una riflessione, un caso studio o un affondo critico. Il percorso delineato va dall’antichità alla contemporaneità, attraversando tradizioni linguistiche e letterarie diverse e toccando pure l’archeologia, l’arte, l’architettura, perfino i nuovi media e le loro più recenti applicazioni nel campo della didattica e della tutela e promozione del patrimonio culturale.
Il lupo la sa troppo lunga. Prolegomeni alle favole di Leonardo Sciascia
Salvatore Ferlita
2020-01-01
Abstract
Mito, favola, fiaba. Sembrerebbero tre argomenti distinti e separati. E per gli specialisti lo sono, almeno in parte: favola e fiaba sono due diversi generi letterari, il mito è anche qualcosa di più ampio e di più complesso. Perché allora metterli insieme? Perché tutti e tre sono legati alla parola e all’immaginario. Sono tre diverse espressioni di quella parola pronunciata, scritta, letta e tramandata, che è strumento precipuo di trasmissione del pensiero e del sapere nella civiltà umana. Sono al contempo manifestazione di quell’insieme di credenze, paure, superstizioni, tabù, dubbi, domande e risposte, che chiamiamo genericamente immaginario. Sono dunque tre diverse forme in cui si organizza e si tramanda la memoria collettiva, nella tradizione orale e folklorica, nella lingua, nella letteratura o nell’arte. Diciotto studiosi di diversa formazione si sono confrontati su questi temi. L’approccio non poteva che essere multi- e inter- disciplinare: ciascuno, con la sua prospettiva e metodologia, propone una riflessione, un caso studio o un affondo critico. Il percorso delineato va dall’antichità alla contemporaneità, attraversando tradizioni linguistiche e letterarie diverse e toccando pure l’archeologia, l’arte, l’architettura, perfino i nuovi media e le loro più recenti applicazioni nel campo della didattica e della tutela e promozione del patrimonio culturale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.