Nello studio del paesaggio e dei contesti territoriali i luoghi forti, proprio perché siti emergenti e pluristratificati, natural-mente muniti e indissolubilmente legati alla orografia dei luoghi, costituiscono i capisaldi del sistema difensivo e i poli di attrazione demica del paesaggio, che in molti centri dell’ennese si connota delle caratteristiche dell’insediamento rupestre. I “luoghi forti” costituiscono un osservatorio privilegiato della più complessiva storia sociale e culturale di un territorio, o meglio, dello stesso paesaggio, utilizzando, appunto, una equiva- lenza semantica contenuta già nel Codice dei Beni Culturali, che distingue il territorio, sede di dinamiche naturali e antropiche, dal paesaggio, che è «la percezione di queste dinamiche da parte della comunità che lo abita e da ciò rileva la sua esistenza». È importante che la ricerca converga sempre più sull’opportunità di una lettura complessiva dei contesti, superando finalmente la “visione filatelica” dei beni culturali e attenta all’analisi e al rilievo di quel continuum di presenze di beni minori che costituiscono il patrimonio culturale italiano.
“Luoghi forti” nel territorio ennese in età medievale. Organizzazione del territorio, strategie difensive e politico-culturali nella Sicilia medievale
Patti
2021-01-01
Abstract
Nello studio del paesaggio e dei contesti territoriali i luoghi forti, proprio perché siti emergenti e pluristratificati, natural-mente muniti e indissolubilmente legati alla orografia dei luoghi, costituiscono i capisaldi del sistema difensivo e i poli di attrazione demica del paesaggio, che in molti centri dell’ennese si connota delle caratteristiche dell’insediamento rupestre. I “luoghi forti” costituiscono un osservatorio privilegiato della più complessiva storia sociale e culturale di un territorio, o meglio, dello stesso paesaggio, utilizzando, appunto, una equiva- lenza semantica contenuta già nel Codice dei Beni Culturali, che distingue il territorio, sede di dinamiche naturali e antropiche, dal paesaggio, che è «la percezione di queste dinamiche da parte della comunità che lo abita e da ciò rileva la sua esistenza». È importante che la ricerca converga sempre più sull’opportunità di una lettura complessiva dei contesti, superando finalmente la “visione filatelica” dei beni culturali e attenta all’analisi e al rilievo di quel continuum di presenze di beni minori che costituiscono il patrimonio culturale italiano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.