Il passaggio dalla città post-fordista, alla keynesiana e poi ancora a quella globale, ha generato una trasformazione dalla polis propriamente detta alla città dei city users: questa conversione ha creato nuove forme di insediamento figlie dell’individualismo e della globalizzazione, alle quali sono connessi moderni profili di soggettività lavorativa dovuti alla terziarizzazione del mondo dell’occupazione. La concezione della famiglia nucleare della società urbana industriale è stata ormai sostituita da nuove forme di convivenza tra utenze eterogenee: lavoratori, studenti, immigrati, giovani coppie, turisti. Ciò sottolinea quanto sia importante pianificare e progettare sapientemente le soluzioni di housing sociale: esse non devono essere frutto di interventi casuali, ma hanno la necessità di soddisfare le specifiche esigenze dei fruitori, garantendo flessibilità e interconnessione. Questo contributo si pone come obiettivo quello di suscitare un dibattito sull’effettiva efficacia degli attuali modelli di insediamento nelle città italiane basate sul mixitè socio-funzionale, l’ibridazione spaziale e la temporaneità dell’abitare; ciò avverrà attraverso la comparazione di diverse realtà residenziali odierne, nate però da necessità sociali differenti: emergenza o stress abitativo, turismo sostenibile, esigenze lavorative, accoglienza, riqualificazione urbanistica. Facendo dei parallelismi tra i casi presentati, si mira ad analizzare i progetti dal punto di vista della concezione spaziale e funzionale.

Inclusione della diversità nelle nuove zone abitative. Comparazione tra sistemi residenziali.

Marco Graziano
2020-01-01

Abstract

Il passaggio dalla città post-fordista, alla keynesiana e poi ancora a quella globale, ha generato una trasformazione dalla polis propriamente detta alla città dei city users: questa conversione ha creato nuove forme di insediamento figlie dell’individualismo e della globalizzazione, alle quali sono connessi moderni profili di soggettività lavorativa dovuti alla terziarizzazione del mondo dell’occupazione. La concezione della famiglia nucleare della società urbana industriale è stata ormai sostituita da nuove forme di convivenza tra utenze eterogenee: lavoratori, studenti, immigrati, giovani coppie, turisti. Ciò sottolinea quanto sia importante pianificare e progettare sapientemente le soluzioni di housing sociale: esse non devono essere frutto di interventi casuali, ma hanno la necessità di soddisfare le specifiche esigenze dei fruitori, garantendo flessibilità e interconnessione. Questo contributo si pone come obiettivo quello di suscitare un dibattito sull’effettiva efficacia degli attuali modelli di insediamento nelle città italiane basate sul mixitè socio-funzionale, l’ibridazione spaziale e la temporaneità dell’abitare; ciò avverrà attraverso la comparazione di diverse realtà residenziali odierne, nate però da necessità sociali differenti: emergenza o stress abitativo, turismo sostenibile, esigenze lavorative, accoglienza, riqualificazione urbanistica. Facendo dei parallelismi tra i casi presentati, si mira ad analizzare i progetti dal punto di vista della concezione spaziale e funzionale.
2020
9788899237219
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11387/147901
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