Il diabete mellito di tipo 2 (DM2) è una malattia molto comune nell’età geriatrica: in Italia ne soffre oltre il 20% della popolazione ultrasettantacinquenne. L’ipoglicemia è un effetto collaterale indotto dai farmaci finora più utilizzati per la terapia del DM2 e può causare danni fisi-ci, psicologici e sociali. Il rischio di ipoglicemia è dovuto all’uso di sulfaniluree/glinidi e d’insulina, a ragione del loro caratteristico meccanismo d’azione. Con l’aumentare dell’età i sintomi dell’ipoglicemia possono ridursi d’intensità e presentarsi con caratteristiche differenti. La mancanza di studi clinici sull’ipoglicemia nell’anziano rende difficoltosa la stima dell’incidenza della stessa nella popolazione geriatrica. Inoltre, molti episodi di ipoglicemia di lieve o media entità non sono segnalati dal medico come evento avverso correlato al trattamento ipoglicemizzante. Tuttavia, nel paziente anziano fragile con DM2 l’ipoglicemia è un fattore di rischio potenziale per eventi cardiovascolari maggiori (sindrome coronarica acuta, aritmie, morte improvvisa), per cadute e le loro conseguenze. Nello studio ACCORD si è verificato un aumento della mortalità nel gruppo di pazienti con un controllo più intensivo nei quali si sono osservati un maggior numero di ipoglicemie. Uno studio retrospettivo pubblicato recentemente che ha analizzato dati di circa 34 milioni di soggetti di età superiore a 65 anni negli USA, ha mostrato come i ricoveri in ospedale per ipoglicemia nel periodo 1999-2011 hanno superato quelli dovuti all’iperglicemia e nei pazienti di età superiore a 75 anni erano il doppio rispetto che nei più giovani (Lipska KJ et al., National trends in US hospital admissions for hyperglycemia and hypoglycemia among Medicare beneficiaries, 1999 to 2011. JAMA Intern Med 2014;174:1116-24).
L’INADEGUATEZZA TERAPEUTICA NELL’ANZIANO FRAGILE AFFETTO DA DIABETE: ANALISI DEI COSTI DELLA IPOGLICEMIA
Dominguez LJ;
2017-01-01
Abstract
Il diabete mellito di tipo 2 (DM2) è una malattia molto comune nell’età geriatrica: in Italia ne soffre oltre il 20% della popolazione ultrasettantacinquenne. L’ipoglicemia è un effetto collaterale indotto dai farmaci finora più utilizzati per la terapia del DM2 e può causare danni fisi-ci, psicologici e sociali. Il rischio di ipoglicemia è dovuto all’uso di sulfaniluree/glinidi e d’insulina, a ragione del loro caratteristico meccanismo d’azione. Con l’aumentare dell’età i sintomi dell’ipoglicemia possono ridursi d’intensità e presentarsi con caratteristiche differenti. La mancanza di studi clinici sull’ipoglicemia nell’anziano rende difficoltosa la stima dell’incidenza della stessa nella popolazione geriatrica. Inoltre, molti episodi di ipoglicemia di lieve o media entità non sono segnalati dal medico come evento avverso correlato al trattamento ipoglicemizzante. Tuttavia, nel paziente anziano fragile con DM2 l’ipoglicemia è un fattore di rischio potenziale per eventi cardiovascolari maggiori (sindrome coronarica acuta, aritmie, morte improvvisa), per cadute e le loro conseguenze. Nello studio ACCORD si è verificato un aumento della mortalità nel gruppo di pazienti con un controllo più intensivo nei quali si sono osservati un maggior numero di ipoglicemie. Uno studio retrospettivo pubblicato recentemente che ha analizzato dati di circa 34 milioni di soggetti di età superiore a 65 anni negli USA, ha mostrato come i ricoveri in ospedale per ipoglicemia nel periodo 1999-2011 hanno superato quelli dovuti all’iperglicemia e nei pazienti di età superiore a 75 anni erano il doppio rispetto che nei più giovani (Lipska KJ et al., National trends in US hospital admissions for hyperglycemia and hypoglycemia among Medicare beneficiaries, 1999 to 2011. JAMA Intern Med 2014;174:1116-24).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.