Oggi va recuperato il rapporto tra pedagogia e politica essendo confinati in una zona grigia i concetti di giustizia, legalità, equità. Il potere economico-mediatico stabilisce il modo di essere del soggetto: non sono i cittadini a fissare i principi di riferimento; prevalgono efficientismo, competizione, mistificatoria ideologia del merito; si priva il soggetto di autonomia progettuale, capacità critica, coscientizzazione, emancipazione. Uguaglianza e pari opportunità sono parole vuote e profonde fratture esasperano le diversità. La valutazione in ambito educativo può allora trasformarsi in strategia per ribadire le diseguaglianze. I fini cessano di essere complementari ai mezzi. Ponendo l’asse dei fini all’esterno il soggetto più fragile assume atteggiamenti subalterni, sviluppa uno spirito gregario, adotta logiche competitive risultando più incline a violenza e aggressività. La competizione peraltro spinge a dismettere i sistemi assiologici come modelli di riferimento e la qualità cessa di essere criterio di corretta valutazione. La pedagogia deve perciò recuperare la tensione utopica e costruire una nuova paideia promotrice di un umanesimo rinnovato per la formazione di un uomo nuovo.

L'educazione democratica paradigma per il pluralismo

Stefano Salmeri
2020-01-01

Abstract

Oggi va recuperato il rapporto tra pedagogia e politica essendo confinati in una zona grigia i concetti di giustizia, legalità, equità. Il potere economico-mediatico stabilisce il modo di essere del soggetto: non sono i cittadini a fissare i principi di riferimento; prevalgono efficientismo, competizione, mistificatoria ideologia del merito; si priva il soggetto di autonomia progettuale, capacità critica, coscientizzazione, emancipazione. Uguaglianza e pari opportunità sono parole vuote e profonde fratture esasperano le diversità. La valutazione in ambito educativo può allora trasformarsi in strategia per ribadire le diseguaglianze. I fini cessano di essere complementari ai mezzi. Ponendo l’asse dei fini all’esterno il soggetto più fragile assume atteggiamenti subalterni, sviluppa uno spirito gregario, adotta logiche competitive risultando più incline a violenza e aggressività. La competizione peraltro spinge a dismettere i sistemi assiologici come modelli di riferimento e la qualità cessa di essere criterio di corretta valutazione. La pedagogia deve perciò recuperare la tensione utopica e costruire una nuova paideia promotrice di un umanesimo rinnovato per la formazione di un uomo nuovo.
2020
9788867607686
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11387/150743
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