Come noto, i tre assi strategici del PNNR sono digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e l’inclusione sociale, che ha come priorità lo sviluppo del mezzogiorno. Per la rigenerazione dei territori occorre individuare gli interventi che abbiano impatto strategico sull’ambiente e sulla collettività creando occasioni di rilancio, sviluppo e inclusione territoriale. Il settore in cui è possibile intercettare maggiori punti di contatto tra esigenze del territorio (sinteticamente: ottimizzare i collegamenti incentivando l’uso dei trasporti pubblici e riducendo le emissioni) e istanze sociali (sinteticamente: maggiore offerta, accessibilità e tempi di percorrenza ridotti) è quello delle infrastrutture. Tra le regioni meridionali, la Sicilia è quella che necessita di più interventi soprattutto a livello ferroviario, tutto ciò è confermato dalle previsioni di spesa per ogni regione. L’offerta attuale non soddisfa la domanda, le stazioni sono fatiscenti, i treni viaggiano alternandosi su di un unico binario (84% circa), questo spesso provoca ritardi che comportano una diminuzione delle corse programmate. Un esempio dell’arretratezza e obsolescenza delle linee è la tratta che collega Siracusa e Trapani la cui durata va da un minimo di 10 ore ad un massimo di circa 14 ore. Questo comporta che gli spostamenti avvengano principalmente su gomma. Le esigenze del territorio riguardano anche gli aeroporti, le opere di manutenzione e messa in sicurezza delle strade ed il completamento di tutte quelle opere d’arte iniziate e mai completate. Il settore di spicco è quello portuale che ha comunque dei punti deboli. Tra i progetti finanziati con i fondi del PNNR in Sicilia, il 33% circa delle risorse ricade nell’ambito delle infrastrutture, con un totale di 226 progetti e la maggior parte di essi è programmato nelle province di Palermo, Catania e Messina (la programmazione degli interventi dà priorità al collegamento delle tre città metropolitane). Da una prima ricognizione dello stato d’attuazione degli interventi previsti dal PNRR in Sicilia, quello che colpisce di più è che molti dei progetti infrastrutturali presentati risultano poco congrui rispetto ai principi e alle mission del PNRR stesso, perché non risolvono il gap infrastrutturale delle aree interne del Mezzogiorno. Nonostante ciò, la Sicilia ha il primato sui fondi spesi, gli interventi fino ad ora attuati sono stati investiti nel settore cultura (borghi, teatri, musei e restauri dei luoghi di culto). Ma questo non sembrerebbe sufficiente in quanto la domanda del territorio è orientata verso ciò che ha effetti percepibili nel breve periodo: riduzione delle “distanze” e dei tempi di spostamento per il collegamento, anche all’interno della città e dei luoghi di produzione.
PNRR: infrastrutture programmate in Sicilia per la rigenerazione e risposte dal territorio
Fazia Celestina
2024-01-01
Abstract
Come noto, i tre assi strategici del PNNR sono digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e l’inclusione sociale, che ha come priorità lo sviluppo del mezzogiorno. Per la rigenerazione dei territori occorre individuare gli interventi che abbiano impatto strategico sull’ambiente e sulla collettività creando occasioni di rilancio, sviluppo e inclusione territoriale. Il settore in cui è possibile intercettare maggiori punti di contatto tra esigenze del territorio (sinteticamente: ottimizzare i collegamenti incentivando l’uso dei trasporti pubblici e riducendo le emissioni) e istanze sociali (sinteticamente: maggiore offerta, accessibilità e tempi di percorrenza ridotti) è quello delle infrastrutture. Tra le regioni meridionali, la Sicilia è quella che necessita di più interventi soprattutto a livello ferroviario, tutto ciò è confermato dalle previsioni di spesa per ogni regione. L’offerta attuale non soddisfa la domanda, le stazioni sono fatiscenti, i treni viaggiano alternandosi su di un unico binario (84% circa), questo spesso provoca ritardi che comportano una diminuzione delle corse programmate. Un esempio dell’arretratezza e obsolescenza delle linee è la tratta che collega Siracusa e Trapani la cui durata va da un minimo di 10 ore ad un massimo di circa 14 ore. Questo comporta che gli spostamenti avvengano principalmente su gomma. Le esigenze del territorio riguardano anche gli aeroporti, le opere di manutenzione e messa in sicurezza delle strade ed il completamento di tutte quelle opere d’arte iniziate e mai completate. Il settore di spicco è quello portuale che ha comunque dei punti deboli. Tra i progetti finanziati con i fondi del PNNR in Sicilia, il 33% circa delle risorse ricade nell’ambito delle infrastrutture, con un totale di 226 progetti e la maggior parte di essi è programmato nelle province di Palermo, Catania e Messina (la programmazione degli interventi dà priorità al collegamento delle tre città metropolitane). Da una prima ricognizione dello stato d’attuazione degli interventi previsti dal PNRR in Sicilia, quello che colpisce di più è che molti dei progetti infrastrutturali presentati risultano poco congrui rispetto ai principi e alle mission del PNRR stesso, perché non risolvono il gap infrastrutturale delle aree interne del Mezzogiorno. Nonostante ciò, la Sicilia ha il primato sui fondi spesi, gli interventi fino ad ora attuati sono stati investiti nel settore cultura (borghi, teatri, musei e restauri dei luoghi di culto). Ma questo non sembrerebbe sufficiente in quanto la domanda del territorio è orientata verso ciò che ha effetti percepibili nel breve periodo: riduzione delle “distanze” e dei tempi di spostamento per il collegamento, anche all’interno della città e dei luoghi di produzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.