Un Medioevo europeo? L'Italia, i rapporti internazionali e il fascismo

The essay reconstructs the evolution of Italian medieval studies from the 1920s to the postwar period, highlighting the relationship between historiography, institutions, and cultural politics under Fascism and beyond. It follows the trajectories of scholars such as Pietro Egidi, Gaetano Salvemini, Gioacchino Volpe, Giorgio Falco, Raffaello Morghen, and Ernesto Sestan, without neglecting figures like Niccolò Rodolico, Pietro Silva, Raffaele Ciasca, Federico Chabod, Gino Luzzatto, Romolo Caggese, Ugo Guido Mondolfo, and Corrado Barbagallo. The analysis shows how the discipline was marked by crises and renewals: from the abandonment of medieval studies in the 1930s to their postwar revival, when the Middle Ages were reaffirmed as a foundation of European identity. Particular emphasis is placed on transnational networks — from the international congresses of the Comité International des Sciences Historiques to the dialogue with European scholars — which fostered the circulation of interpretative models and critical exchange. In this perspective, the essay reflects on the meaning of a “European Middle Ages” as a space of historiographical interaction, in which Italian scholarship engaged with both continuity and originality.

Il saggio ricostruisce l’evoluzione della medievistica italiana tra anni Venti e secondo dopoguerra, mettendo in luce il rapporto tra storiografia, istituzioni e politica culturale nel contesto del fascismo e oltre. Si seguono i percorsi di studiosi come Pietro Egidi, Gaetano Salvemini, Gioacchino Volpe, Giorgio Falco, Raffaello Morghen ed Ernesto Sestan, senza trascurare figure come Niccolò Rodolico, Pietro Silva, Raffaele Ciasca, Federico Chabod, Gino Luzzatto, Romolo Caggese, Ugo Guido Mondolfo e Corrado Barbagallo. L’analisi mostra come la disciplina sia stata segnata da crisi e rinnovamenti: dall’abbandono del Medioevo negli anni Trenta, al ritorno postbellico che lo vide riaffermarsi come fondamento dell’identità europea. Particolare rilievo assumono le reti transnazionali — dai congressi internazionali del Comité International des Sciences Historiques al dialogo con studiosi europei — che favorirono la circolazione di modelli interpretativi e il confronto critico. In questa prospettiva, il contributo riflette sul senso di un “Medioevo europeo” come spazio di interazione storiografica, in cui la ricerca italiana si inserì con continuità e originalità.