Se negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, i centri storici francesi apparivano contraddistinti dall’assenza di colore, da tinte sbiadite e da un’immagine globale tendenzialmente “triste”, con l’instaurarsi delle politiche di protezione del patrimonio culturale a scala urbana, tale tendenza è stata progressivamente sovvertita. Oggi, il colore è considerato come una condizione necessaria per la comprensione e caratterizzazione dello spazio urbano e il miglioramento della qualità di vita degli abitanti, e per tali ragioni è oggetto di particolare cura e attenzione. All’interno delle zone protette – abords de monuments historiques, secteurs sauvegardés, zones de protection du patrimoine architecturale, urbain et paysage e/o aires de valorisation de l'architecture et du patrimoine –, specifici dispositivi nonché il nulla osta dell’architetto degli edifici di Francia (ABF), regolano l’utilizzo dei colori oltre che i materiali e le finiture delle facciate, degli infissi e di tutti gli altri elementi architettonici esterni (ad esempio le devanture delle botteghe, etc.). Tali prescrizioni o “piani del colore” hanno dato, però, risultati contrastanti. Se in parecchi casi, hanno determinato come conseguenza una certa omologazione - molti antichi centri si somigliano grazie a coloriture ritenute “gradevoli” ma non necessariamente facenti parti della tradizione storica e del vocabolario architettonico e urbano di quei luoghi -, in altre occasioni, interventi meglio ragionati, governati da architetti, urbanisti o associazioni più sensibili verso la salvaguardia del patrimonio colore, hanno dato esiti sorprendenti. Dalle opération couleur dei villaggi del dipartimento dell’Ain ai programmi di restauro delle facciate di Nizza compiute da Bruno Goyeneche e dall’associazione Diagonal, numerosi sono gli esempi di interessante salvaguardia delle sfumature di cittadine e regioni della Francia, che questo saggio si propone di analizzare. L’obiettivo è quello di mettere in evidenza le peculiarità, i pregi, i limiti e le carenze di una regolamentazione che sembra globalmente confermare l’ipotesi di un’efficacia, strettamente vincolata alle qualità dei suoi attuatori.
Evoluzione e tendenze nel colore delle città storiche francesi
VERSACI, ANTONELLA;
2014-01-01
Abstract
Se negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, i centri storici francesi apparivano contraddistinti dall’assenza di colore, da tinte sbiadite e da un’immagine globale tendenzialmente “triste”, con l’instaurarsi delle politiche di protezione del patrimonio culturale a scala urbana, tale tendenza è stata progressivamente sovvertita. Oggi, il colore è considerato come una condizione necessaria per la comprensione e caratterizzazione dello spazio urbano e il miglioramento della qualità di vita degli abitanti, e per tali ragioni è oggetto di particolare cura e attenzione. All’interno delle zone protette – abords de monuments historiques, secteurs sauvegardés, zones de protection du patrimoine architecturale, urbain et paysage e/o aires de valorisation de l'architecture et du patrimoine –, specifici dispositivi nonché il nulla osta dell’architetto degli edifici di Francia (ABF), regolano l’utilizzo dei colori oltre che i materiali e le finiture delle facciate, degli infissi e di tutti gli altri elementi architettonici esterni (ad esempio le devanture delle botteghe, etc.). Tali prescrizioni o “piani del colore” hanno dato, però, risultati contrastanti. Se in parecchi casi, hanno determinato come conseguenza una certa omologazione - molti antichi centri si somigliano grazie a coloriture ritenute “gradevoli” ma non necessariamente facenti parti della tradizione storica e del vocabolario architettonico e urbano di quei luoghi -, in altre occasioni, interventi meglio ragionati, governati da architetti, urbanisti o associazioni più sensibili verso la salvaguardia del patrimonio colore, hanno dato esiti sorprendenti. Dalle opération couleur dei villaggi del dipartimento dell’Ain ai programmi di restauro delle facciate di Nizza compiute da Bruno Goyeneche e dall’associazione Diagonal, numerosi sono gli esempi di interessante salvaguardia delle sfumature di cittadine e regioni della Francia, che questo saggio si propone di analizzare. L’obiettivo è quello di mettere in evidenza le peculiarità, i pregi, i limiti e le carenze di una regolamentazione che sembra globalmente confermare l’ipotesi di un’efficacia, strettamente vincolata alle qualità dei suoi attuatori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.