Il paesaggio della Sicilia centrale è il frutto di una storia complessa di lunga durata, naturale centro geografico dell’isola, luogo di antiche e molteplici relazioni, attraversato da una rete viaria di collegamento tra la Sicilia orientale, la costa tirrenica e le are interne dell’isola, che in età romana sarà costituita dall’asse portante della via consolare Valeria. Se la grotta costituisce un “luogo marcante” nell’ambito dell’organizzazione del territorio, anche lo spazio sacro in grotta va considerato, nell’organizzazione rituale dello spazio, risultato di una costruzione culturale che interagisce sia con le strutture materiali, che con il patrimonio immateriale identitario della comunità. Nel diversificato contesto geostorico della Sicilia centrale lo studio puntuale dei luoghi di culto (rupestri e non) con particolare riguardo all’origine, alle strutture materiali, al rapporto con la viabilità, alle forme devozionali e al rapporto con le istituzioni, potrebbe darci indicazioni su quest’area trascurata sinora dalla ricerca scientifica, al fine anche di comprendere le complesse dinamiche storiche e culturali che caratterizzano un territorio profondamente disomogeneo. Le chiese rupestri finora note, per lo più fondate nell’alto Medioevo, sono talvolta rimaste in uso fino alla metà del secolo scorso, come gli oratori di Assoro, utilizzati come cappelle viarie in ragione della loro ubicazione in prossimità delle porte di accesso. L’incidenza del culto dei santi è particolarmente importante perché determina profonde trasformazioni nell’organizzazione dello spazio, ma anche nella prassi religiosa delle comunità locali. In questo senso vanno segnalati alcuni culti legati al sostrato grecofono del territorio ed in particolare il culto di san Michele Arcangelo attestato in un oratorio di Assoro.
“Spazi sacri” in grotta nel territorio ennese. Alcune riflessioni.
PATTI, DANIELA
2014-01-01
Abstract
Il paesaggio della Sicilia centrale è il frutto di una storia complessa di lunga durata, naturale centro geografico dell’isola, luogo di antiche e molteplici relazioni, attraversato da una rete viaria di collegamento tra la Sicilia orientale, la costa tirrenica e le are interne dell’isola, che in età romana sarà costituita dall’asse portante della via consolare Valeria. Se la grotta costituisce un “luogo marcante” nell’ambito dell’organizzazione del territorio, anche lo spazio sacro in grotta va considerato, nell’organizzazione rituale dello spazio, risultato di una costruzione culturale che interagisce sia con le strutture materiali, che con il patrimonio immateriale identitario della comunità. Nel diversificato contesto geostorico della Sicilia centrale lo studio puntuale dei luoghi di culto (rupestri e non) con particolare riguardo all’origine, alle strutture materiali, al rapporto con la viabilità, alle forme devozionali e al rapporto con le istituzioni, potrebbe darci indicazioni su quest’area trascurata sinora dalla ricerca scientifica, al fine anche di comprendere le complesse dinamiche storiche e culturali che caratterizzano un territorio profondamente disomogeneo. Le chiese rupestri finora note, per lo più fondate nell’alto Medioevo, sono talvolta rimaste in uso fino alla metà del secolo scorso, come gli oratori di Assoro, utilizzati come cappelle viarie in ragione della loro ubicazione in prossimità delle porte di accesso. L’incidenza del culto dei santi è particolarmente importante perché determina profonde trasformazioni nell’organizzazione dello spazio, ma anche nella prassi religiosa delle comunità locali. In questo senso vanno segnalati alcuni culti legati al sostrato grecofono del territorio ed in particolare il culto di san Michele Arcangelo attestato in un oratorio di Assoro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.