L'articolo intende evidenziare la rilevanza del tema bellico nei testi di alcuni autori francesi novecenteschi, partendo dall'analisi del film "La vie et rien d'autre" di Tavernier. La retorica guerresca è individuata dagli intellettuali dell'entre-deux-guerres come essenziale obiettivo critico, che diventa idolo negativo per le avanguardie (Dada e Surrealismo). Valéry e Apollinaire colgono nell'eccidio bellico la fine di un'idea di civilità condivisa; la questione collettiva che coinvolge gli artisti del dopoguerra riguarda le modalità espressive e il contenuto del nuovo, radicale linguaggio da trasmettere: distruggere la tradizione oppure rifondare il nuovo attraverso i suoi frammenti? Si analizzano da questo punto di vista opere di autori diversi, "maggiori" e "minori", quali Apollinaire, Maurice Leblanc, Lucien-Alphonse Daudet e Marcel Proust
La notte scende su di noi come il ricordo di un peccato: fine della guerra e ricostruzione di un mondo simbolico, in “Fronesis”, anno 10, numero 20, luglio-dicembre 2014, pp. 77-90
SCOTTI, MASSIMO
2015-01-01
Abstract
L'articolo intende evidenziare la rilevanza del tema bellico nei testi di alcuni autori francesi novecenteschi, partendo dall'analisi del film "La vie et rien d'autre" di Tavernier. La retorica guerresca è individuata dagli intellettuali dell'entre-deux-guerres come essenziale obiettivo critico, che diventa idolo negativo per le avanguardie (Dada e Surrealismo). Valéry e Apollinaire colgono nell'eccidio bellico la fine di un'idea di civilità condivisa; la questione collettiva che coinvolge gli artisti del dopoguerra riguarda le modalità espressive e il contenuto del nuovo, radicale linguaggio da trasmettere: distruggere la tradizione oppure rifondare il nuovo attraverso i suoi frammenti? Si analizzano da questo punto di vista opere di autori diversi, "maggiori" e "minori", quali Apollinaire, Maurice Leblanc, Lucien-Alphonse Daudet e Marcel ProustI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.