L’articolo si propone di valutare gli effetti della riforma costituzionale sottoposta a referendum sulla forma di governo. A tale fine vengono criticate due tesi opposte. La prima secondo cui tali effetti sono tutto sommato limitati alla fiducia al Governo votata solo dalla Camera dei deputati, e non più anche dal Senato, trasformato in Camera di rappresentanza delle istituzioni territoriali. La seconda per cui la riforma, unitamente alla nuova legge elettorale, comporta un’eccessiva concentrazione di poteri nelle mani del Presidente del Consiglio, quale leader del partito vincente alle elezioni e come tale destinatario del premio di maggioranza. Piuttosto si propone una tesi intermedia. La riforma, da un lato, anziché introdurre elementi di razionalizzazione del sistema parlamentare, si affida (troppo ottimisticamente) al rafforzamento e alla stabilizzazione del sistema politico indotto dalla nuova legge elettorale. Dall’altro lato, si preoccupa d’introdurre nuovi contrappesi al continuum Governo-maggioranza parlamentare, sia all’interno delle istituzioni, attraverso la previsione costituzionale dello statuto delle opposizioni, sia al loro esterno, attraverso il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta.

Riforma costituzionale e forma di governo

CURRERI, SALVATORE
2016-01-01

Abstract

L’articolo si propone di valutare gli effetti della riforma costituzionale sottoposta a referendum sulla forma di governo. A tale fine vengono criticate due tesi opposte. La prima secondo cui tali effetti sono tutto sommato limitati alla fiducia al Governo votata solo dalla Camera dei deputati, e non più anche dal Senato, trasformato in Camera di rappresentanza delle istituzioni territoriali. La seconda per cui la riforma, unitamente alla nuova legge elettorale, comporta un’eccessiva concentrazione di poteri nelle mani del Presidente del Consiglio, quale leader del partito vincente alle elezioni e come tale destinatario del premio di maggioranza. Piuttosto si propone una tesi intermedia. La riforma, da un lato, anziché introdurre elementi di razionalizzazione del sistema parlamentare, si affida (troppo ottimisticamente) al rafforzamento e alla stabilizzazione del sistema politico indotto dalla nuova legge elettorale. Dall’altro lato, si preoccupa d’introdurre nuovi contrappesi al continuum Governo-maggioranza parlamentare, sia all’interno delle istituzioni, attraverso la previsione costituzionale dello statuto delle opposizioni, sia al loro esterno, attraverso il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta.
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