Quando si parla di urbanistica, in Italia, si pensa allo strumento del Piano Regolatore Generale1, come se le trasformazioni fisiche, immateriali e virtuali del territorio fossero governabili esclusivamente attraverso la pianificazione dell’uso del suolo. Nelle sue finalità originali, di fatto, l’urbanistica non era soltanto la pratica di regolazione dell’uso del suolo, bensì un vasto insieme di pratiche: quelle del continuo e consapevole modificare lo stato del territorio e della città. Tali pratiche sono messe in atto con diversi gradi di consapevolezza da diversi attori urbani; tra gli altri: gli eletti politici, i singoli cittadini, i rappresentanti della società civile, i portatori d’interessi economici, i gruppi formali e informali di interesse rispetto a alcuni temi generali o di nicchia, ecc
La città in comune 3.0
Fabio Naselli
;Alice Albanese
2014-01-01
Abstract
Quando si parla di urbanistica, in Italia, si pensa allo strumento del Piano Regolatore Generale1, come se le trasformazioni fisiche, immateriali e virtuali del territorio fossero governabili esclusivamente attraverso la pianificazione dell’uso del suolo. Nelle sue finalità originali, di fatto, l’urbanistica non era soltanto la pratica di regolazione dell’uso del suolo, bensì un vasto insieme di pratiche: quelle del continuo e consapevole modificare lo stato del territorio e della città. Tali pratiche sono messe in atto con diversi gradi di consapevolezza da diversi attori urbani; tra gli altri: gli eletti politici, i singoli cittadini, i rappresentanti della società civile, i portatori d’interessi economici, i gruppi formali e informali di interesse rispetto a alcuni temi generali o di nicchia, eccI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.