I cambiamenti all’interno della società che si produssero tra la fine degli anni ‘50 e gli inizi degli anni ‘60, fecero si che le città non fossero più adeguate e dovettero modificare la propria organizzazione per adeguarsi ai cambiamenti della società moderna; l’elemento maggiormente a rischio è proprio la perdita dei confini della città a vantaggio di una espansione che negli anni ‘80 e ‘90 fa coniare nuovi termini per descrivere la nuova realtà urbana quali conurbazione, metropoli , megalopoli e, in Italia, città diffusa . Si verifica in questo periodo una grande attenzione sia verso i nuovi luoghi pubblici sia verso le nuove periferie urbane che non hanno una connotazione spaziale ma che si contraddistinguono per essere degli spazi residuali, delle aree interstiziali, aree incolte, abbandonate o impropriamente utilizzate; è la periferia dei vuoti, delle aree dimesse, dei non luoghi. Il cambiamento della città contemporanea si ripercuote inevitabilmente sull’attenzione da dedicare al processo di governo delle trasformazioni, alla governance urbana e ai nuovi strumenti e tecnologie che possono consentire il miglior governo delle trasformazioni; occorrono nuove forme di piano urbanistico che si adeguino al cambiamento della società contemporanea e che siano capaci di governare le dinamiche sociali, economiche ma soprattutto ambientali, di sostenibilità e compatibilità ambientale. I Paesi Bassi si sono interrogati a lungo sui processi di trasformazione urbana e sin dagli anni ’60 sono stati forieri di approcci di urban design e di policy che rivestono costantemente caratteri di originalità; nel 1960 ci si interrogava sulla forma della città, sulla città compatta e sui limiti spaziali e funzionali; nel 1965 con l’approvazione dello Spatial Planning Act (Wet op de Ruimtelijke Ordening) si cercava di regolare la pianificazione spaziale cercando di limitare gli spostamenti demografici verso la conurbazione della Randstad; nel 1975 si inizia a parlare di città compatta, e le politiche urbane e territoriali sono incentrate sulla riqualificazione urbana attraverso la promozione di interventi di riuso edilizio , di intensificazione agricolturale, conferendo priorità allo sviluppo della motorizzazione pubblica.

Il progetto della città olandese e le strategie urbanistiche nazionali

Errigo
Writing – Review & Editing
;
2019-01-01

Abstract

I cambiamenti all’interno della società che si produssero tra la fine degli anni ‘50 e gli inizi degli anni ‘60, fecero si che le città non fossero più adeguate e dovettero modificare la propria organizzazione per adeguarsi ai cambiamenti della società moderna; l’elemento maggiormente a rischio è proprio la perdita dei confini della città a vantaggio di una espansione che negli anni ‘80 e ‘90 fa coniare nuovi termini per descrivere la nuova realtà urbana quali conurbazione, metropoli , megalopoli e, in Italia, città diffusa . Si verifica in questo periodo una grande attenzione sia verso i nuovi luoghi pubblici sia verso le nuove periferie urbane che non hanno una connotazione spaziale ma che si contraddistinguono per essere degli spazi residuali, delle aree interstiziali, aree incolte, abbandonate o impropriamente utilizzate; è la periferia dei vuoti, delle aree dimesse, dei non luoghi. Il cambiamento della città contemporanea si ripercuote inevitabilmente sull’attenzione da dedicare al processo di governo delle trasformazioni, alla governance urbana e ai nuovi strumenti e tecnologie che possono consentire il miglior governo delle trasformazioni; occorrono nuove forme di piano urbanistico che si adeguino al cambiamento della società contemporanea e che siano capaci di governare le dinamiche sociali, economiche ma soprattutto ambientali, di sostenibilità e compatibilità ambientale. I Paesi Bassi si sono interrogati a lungo sui processi di trasformazione urbana e sin dagli anni ’60 sono stati forieri di approcci di urban design e di policy che rivestono costantemente caratteri di originalità; nel 1960 ci si interrogava sulla forma della città, sulla città compatta e sui limiti spaziali e funzionali; nel 1965 con l’approvazione dello Spatial Planning Act (Wet op de Ruimtelijke Ordening) si cercava di regolare la pianificazione spaziale cercando di limitare gli spostamenti demografici verso la conurbazione della Randstad; nel 1975 si inizia a parlare di città compatta, e le politiche urbane e territoriali sono incentrate sulla riqualificazione urbana attraverso la promozione di interventi di riuso edilizio , di intensificazione agricolturale, conferendo priorità allo sviluppo della motorizzazione pubblica.
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