Il presente contributo propone un’analisi della latinità di Prospero Intorcetta (1625-1696), missionario gesuita siciliano inviato in Cina nel 1657. Inizialmente concepite per insegnare ai compagni missionari la lingua cinese, le sue traduzioni latine introdussero ben presto il pensiero di Confucio in Europa. Nello specifico, l’articolo si focalizza sulle tecniche traduttive messe in atto dal gesuita nella resa di un passo tratto dai Dialoghi (II.4) di Confucio, così come presentato nell’opera Sapientia Sinica (1662). Da tale analisi, l’équipe ha accertato che il filtro attraverso il quale Intorcetta scelse di veicolare il pensiero confuciano in Occidente era il latino tomista temperato dal paradigma agostiniano e dalla tradizione lirica italiana.

Quando Confucio parlava latino: Prospero Intorcetta mediatore culturale

Rodney Lokaj
2020-01-01

Abstract

Il presente contributo propone un’analisi della latinità di Prospero Intorcetta (1625-1696), missionario gesuita siciliano inviato in Cina nel 1657. Inizialmente concepite per insegnare ai compagni missionari la lingua cinese, le sue traduzioni latine introdussero ben presto il pensiero di Confucio in Europa. Nello specifico, l’articolo si focalizza sulle tecniche traduttive messe in atto dal gesuita nella resa di un passo tratto dai Dialoghi (II.4) di Confucio, così come presentato nell’opera Sapientia Sinica (1662). Da tale analisi, l’équipe ha accertato che il filtro attraverso il quale Intorcetta scelse di veicolare il pensiero confuciano in Occidente era il latino tomista temperato dal paradigma agostiniano e dalla tradizione lirica italiana.
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