La conoscenza storica si è arricchita ed articolata nel tempo verso una concezione che non riguarda più in architettura, il solo costruito, ma si rivolge alla comprensione dei processi che ne hanno determinato l’esistenza sul territorio attraverso le relazioni di questo nella dimensione geografico-spaziale. Approccio costituente base struttiva dell’archeologia dei paesaggi (Cambi 2003; Volpe, 2012), che nella lettura del territorio e del sistema di relazioni fra luoghi ricompone la storia delle comunità nel tempo, dei loro meccanismi di produzione, dei rapporti di scambio, determinanti reciproche influenze delle comunità, nelle modalità di vita, nei sistemi di produzione artistica e tecnologica, nelle ritualità e tradizioni. Il territorio geografico è in questo senso depositario dei molti sistemi generati dalle comunità insediate, fra loro collegati attraverso elementi di relazione, rappresentati sia dalla rete fisica delle strutture di collegamento, sia da legami immateriali. Le rivoluzioni industriali iniziate già alla fine del XVIII sec. con la polarizzazione verso pochi centri urbani, spesso costieri, e la trasformazione del sistema dei centri interni, una volta interrelati fra loro, hanno determinato una dipendenza gerarchica verso i poli urbani di prossimità, costituenti «più che presidii di governo del territorio, punti di fuga»1, sempre più definentesi quali terminali di merci importate esternamente (Bevilacqua, 2013b). L’innecessità progressiva dei territori interni, tradizionale luogo di produzione delle merci rivolte ai poli urbani, ne ha determinato infatti l’inversione gerarchica rendendoli paradossalmente dipendenti, per la propria sopravvivenza, dai centri urbani di cui erano prima fornitori di beni e servizi (De Matteis, 2015)2, con fenomeni di progressivo spopolamento delle aree geografiche vaste, di conseguente disfacimento fisico del contesto naturale, non più presidiato dall’opera dell’uomo, e con l’inizio di una lenta, ma progredente scomparsa delle specificità locali.

La complessità storica del territorio aperto. Sistemi e relazioni

CAMPISI, M
2019-01-01

Abstract

La conoscenza storica si è arricchita ed articolata nel tempo verso una concezione che non riguarda più in architettura, il solo costruito, ma si rivolge alla comprensione dei processi che ne hanno determinato l’esistenza sul territorio attraverso le relazioni di questo nella dimensione geografico-spaziale. Approccio costituente base struttiva dell’archeologia dei paesaggi (Cambi 2003; Volpe, 2012), che nella lettura del territorio e del sistema di relazioni fra luoghi ricompone la storia delle comunità nel tempo, dei loro meccanismi di produzione, dei rapporti di scambio, determinanti reciproche influenze delle comunità, nelle modalità di vita, nei sistemi di produzione artistica e tecnologica, nelle ritualità e tradizioni. Il territorio geografico è in questo senso depositario dei molti sistemi generati dalle comunità insediate, fra loro collegati attraverso elementi di relazione, rappresentati sia dalla rete fisica delle strutture di collegamento, sia da legami immateriali. Le rivoluzioni industriali iniziate già alla fine del XVIII sec. con la polarizzazione verso pochi centri urbani, spesso costieri, e la trasformazione del sistema dei centri interni, una volta interrelati fra loro, hanno determinato una dipendenza gerarchica verso i poli urbani di prossimità, costituenti «più che presidii di governo del territorio, punti di fuga»1, sempre più definentesi quali terminali di merci importate esternamente (Bevilacqua, 2013b). L’innecessità progressiva dei territori interni, tradizionale luogo di produzione delle merci rivolte ai poli urbani, ne ha determinato infatti l’inversione gerarchica rendendoli paradossalmente dipendenti, per la propria sopravvivenza, dai centri urbani di cui erano prima fornitori di beni e servizi (De Matteis, 2015)2, con fenomeni di progressivo spopolamento delle aree geografiche vaste, di conseguente disfacimento fisico del contesto naturale, non più presidiato dall’opera dell’uomo, e con l’inizio di una lenta, ma progredente scomparsa delle specificità locali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11387/142393
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