L’iscrizione di un sito nella lista del Patrimonio Mondiale non sancisce solo il riconoscimento della sua importanza, ma costituisce una respon- sabilità nei confronti di un patrimonio che non è più da considerare appartenente alla sola realtà locale e nazionale, bensì diviene mondiale, ovvero dell’intera umanità, in un discorso che ingloba generazioni passate, presenti e future. Questo prezioso riconoscimento rende il sito unico, di eccezionale valore a livello mondiale e, pertanto, tutta la comunità internazionale è tenuta a partecipare alla sua salvaguardia. Al tempo stesso, l’inserimento nella lista UNESCO si configura come una preziosa occasione di riflessione e di analisi delle opportunità per uno sviluppo capace di coinvolgere tutte le risorse locali di valore del territorio più ampio, in un insieme di azioni integrate di tutela, conservazione e valorizzazione culturale ed economica. Nel progettare l’aggiornamento del Piano di Gestione del sito “Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica”, redatto e presentato nel 2004, si è assunto, quale premessa fondamentale, il Retrospective Statement of Outstanding Universal Value (Nuova Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale) del 2015. Riferimento basilare per la redazione dei nuovi contenuti, che sono strettamente correlati a una costante valutazione dei risultati raggiunti dalla gestione del Sito nel tempo trascorso dalla sua nomina a oggi, sono, quindi, le indicazioni offerte dalla legislazione, sia internazionale sia nazionale. Dunque, fondamento del presente documento sono, oltre alla Convenzione sulla protezione del Patrimonio Mondiale del 1972, altri documenti dell’UNESCO, ovvero: • la “Dichiarazione di Budapest sul Patrimonio Mondiale” (2002), in base alla quale gli Stati Membri devono agire per rafforzare la tutela del patrimonio culturale mondiale, mirando a un’effettiva protezione dei singoli beni facenti parte della Lista del Patrimonio Mondiale, in modo da garantire un giusto equilibrio tra conservazione, sostenibilità e sviluppo, non solo sul piano culturale, ma anche economico e sociale • il “Memorandum di Vienna” (2005), che raccomanda una particolare attenzione al paesaggio storico urbano in tutti i suoi aspetti caratterizzanti (usi dello spazio e delle strutture, organizzazione spaziale, relazioni visuali, topografia dei suoli, vegetazione e tutti gli elementi infrastrutturali, inclusi i dettagli costruttivi quali marciapiedi, strade lastricate e illuminazione pubblica) • la “Raccomandazione per la valorizzazione e la tutela del Paesaggio Storico Urbano” (Recommendation on the Historic Urban Landscape, 2011), che definisce il paesaggio storico urbano come il risultato di una stratificazione storica di valori e caratteri culturali e naturali che vanno al di là della nozione di “centro storico”, arrivando a includere il più ampio contesto urbano e la sua posizione geografica, ma anche le pra- tiche, i valori sociali e culturali, i processi economici e le dimensioni intangibili del patrimonio • un ulteriore importante riferimento è costituito dalla “Convenzione di Faro” (2005) del Consiglio d’Europa, che sottolinea il valore dell’eredità culturale per la società, ovvero l’insieme dei valori che costituiscono l’identità di una comunità locale tale per cui si riconosce una responsa- bilità individuale e collettiva alla partecipazione attiva delle comunità. L’eredità culturale gioca un ruolo fondamentale quale risorsa di valore per lo sviluppo sostenibile e per una crescita di qualità di una società. La redazione del presente aggiornamento del Piano di Gestione ha, inoltre, tenuto presenti i risultati dell’ultimo “Rapporto Periodico per l’Europa 2014” in cui l’UNESCO sottolinea l’importanza di diffondere la conoscen- za dei valori e dei processi chiave della Convenzione del 1972 sia tra le au- torità, sia nell’ambito delle comunità locali, insistendo sulla necessità di coinvolgere queste ultime nella gestione dei siti attraverso azioni che le incoraggino ad esserne orgogliose e a prendersene cura. Il Piano, inoltre, tiene conto anche del confronto avuto con l’Ufficio UNESCO del MIBACT. L’articolazione del Piano di Gestione 2020 prende avvio da un’attenta valutazione delle principali criticità ancora persistenti e dall’identificazione e selezione di progetti e azioni in grado di rispondervi, anche a seguito delle preziose e fondamentali osservazioni degli esperti e delle istituzioni raccolte durante gli incontri con gli stakeholder locali. Il nuovo Piano di Gestione, infatti, non vuole limitarsi a essere un mero documento tec- nico di analisi del territorio, ma mira ad essere uno strumento strategico e operativo, in grado di combinare diverse dimensioni territoriali e di individuare obiettivi condivisi e azioni concrete e reali per il mantenimento dell’OUV del sito. Il nuovo Piano di Gestione è l’esito di un processo articolato, declinato in più fasi. Ad ogni fase corrisponde una sezione del presente documento. Nella Prima Parte il sito è descritto secondo i diversi ambiti territoriali del- la core zone e della buffer zone. Si contribuisce allo stesso tempo a fornire un inquadramento degli aspetti descrittivi del sito, mostrando i criteri d’i- scrizione e la Dichiarazione di Valore Universale Eccezionale, compresa la Retrospettiva della Dichiarazione di Valore Universale Eccezionale attual- mente in esame e il “Retrospective Inventory” del 2011. Successivamente, si descrive lo stato dell’arte del sito e una verifica di quanto attuato rispetto al precedente Piano di Gestione in riferimento alle attività di tutela, al contenimento dei fattori di rischio, alla pianificazione, alla valorizzazione e agli aspetti socioeconomici del contesto territoriale e del sistema di gestione. Alla luce delle analisi effettuate, comprese quelle relative al contesto ter- ritoriale presenti in allegato, del lavoro di reperimento dati, condivisio- ne e partecipazione, sono state identificate le proposte di intervento e le azioni progettuali di lungo, medio e breve periodo, ritenute necessarie per la tutela e valorizzazione sostenibile del sito. Sono state definite le strategie, finalizzate in primo luogo alla tutela dell’Eccezionale Valore Universale del sito, dei singoli beni in esso inclusi e delle altre specifiche risorse del territorio. I Piani di Azione rappresen- tano un elemento fondamentale per il coordinamento delle azioni e degli interventi degli enti responsabili del sito; essi sono articolati in progetti concretamente fattibili e attuabili sulla base delle risorse finanziare che si renderanno progressivamente disponibili. Così facendo, si sono messe in luce le modalità necessarie per far fronte alle emergenze evidenziate nel Rapporto Periodico del 2014 e risultate dall’analisi e valutazione dello stato attuale di conoscenza e conservazione del sito. Alla base di tutto è stato progettato un nuovo sistema di governance con- diviso e partecipato che sarà in grado, nel medio periodo, di avviare e implementare i Piani di Azione e il relativo sistema di monitoraggio. Si tratta di un aspetto cruciale che, sino ad oggi, è venuto meno in tutto il processo di gestione del sito. Il sistema di gestione, infatti, dovrà facili- tare la realizzazione, sui territori interessati, di uno sviluppo durevole e sostenibile grazie a una ricercata e accurata protezione, conservazione e valorizzazione del sito. Infine, è stato studiato e definito il Piano di Monitoraggio che permetterà di esercitare un processo di controllo attraverso la valutazione di una se- rie di indicatori di risultato, articolati su un doppio livello: il primo rela- tivo al controllo dello stato di conservazione del sito, l’altro relativo alla realizzazione delle azioni progettate. Gli esiti della seconda fase sono illustrati nella Seconda Parte del presente documento.

PIANO DI GESTIONE DEL SITO UNESCO "SIRACUSA E LE NECROPOLI RUPESTRI DI PANTALICA"

Aurelio Angelini
2022-01-01

Abstract

L’iscrizione di un sito nella lista del Patrimonio Mondiale non sancisce solo il riconoscimento della sua importanza, ma costituisce una respon- sabilità nei confronti di un patrimonio che non è più da considerare appartenente alla sola realtà locale e nazionale, bensì diviene mondiale, ovvero dell’intera umanità, in un discorso che ingloba generazioni passate, presenti e future. Questo prezioso riconoscimento rende il sito unico, di eccezionale valore a livello mondiale e, pertanto, tutta la comunità internazionale è tenuta a partecipare alla sua salvaguardia. Al tempo stesso, l’inserimento nella lista UNESCO si configura come una preziosa occasione di riflessione e di analisi delle opportunità per uno sviluppo capace di coinvolgere tutte le risorse locali di valore del territorio più ampio, in un insieme di azioni integrate di tutela, conservazione e valorizzazione culturale ed economica. Nel progettare l’aggiornamento del Piano di Gestione del sito “Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica”, redatto e presentato nel 2004, si è assunto, quale premessa fondamentale, il Retrospective Statement of Outstanding Universal Value (Nuova Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale) del 2015. Riferimento basilare per la redazione dei nuovi contenuti, che sono strettamente correlati a una costante valutazione dei risultati raggiunti dalla gestione del Sito nel tempo trascorso dalla sua nomina a oggi, sono, quindi, le indicazioni offerte dalla legislazione, sia internazionale sia nazionale. Dunque, fondamento del presente documento sono, oltre alla Convenzione sulla protezione del Patrimonio Mondiale del 1972, altri documenti dell’UNESCO, ovvero: • la “Dichiarazione di Budapest sul Patrimonio Mondiale” (2002), in base alla quale gli Stati Membri devono agire per rafforzare la tutela del patrimonio culturale mondiale, mirando a un’effettiva protezione dei singoli beni facenti parte della Lista del Patrimonio Mondiale, in modo da garantire un giusto equilibrio tra conservazione, sostenibilità e sviluppo, non solo sul piano culturale, ma anche economico e sociale • il “Memorandum di Vienna” (2005), che raccomanda una particolare attenzione al paesaggio storico urbano in tutti i suoi aspetti caratterizzanti (usi dello spazio e delle strutture, organizzazione spaziale, relazioni visuali, topografia dei suoli, vegetazione e tutti gli elementi infrastrutturali, inclusi i dettagli costruttivi quali marciapiedi, strade lastricate e illuminazione pubblica) • la “Raccomandazione per la valorizzazione e la tutela del Paesaggio Storico Urbano” (Recommendation on the Historic Urban Landscape, 2011), che definisce il paesaggio storico urbano come il risultato di una stratificazione storica di valori e caratteri culturali e naturali che vanno al di là della nozione di “centro storico”, arrivando a includere il più ampio contesto urbano e la sua posizione geografica, ma anche le pra- tiche, i valori sociali e culturali, i processi economici e le dimensioni intangibili del patrimonio • un ulteriore importante riferimento è costituito dalla “Convenzione di Faro” (2005) del Consiglio d’Europa, che sottolinea il valore dell’eredità culturale per la società, ovvero l’insieme dei valori che costituiscono l’identità di una comunità locale tale per cui si riconosce una responsa- bilità individuale e collettiva alla partecipazione attiva delle comunità. L’eredità culturale gioca un ruolo fondamentale quale risorsa di valore per lo sviluppo sostenibile e per una crescita di qualità di una società. La redazione del presente aggiornamento del Piano di Gestione ha, inoltre, tenuto presenti i risultati dell’ultimo “Rapporto Periodico per l’Europa 2014” in cui l’UNESCO sottolinea l’importanza di diffondere la conoscen- za dei valori e dei processi chiave della Convenzione del 1972 sia tra le au- torità, sia nell’ambito delle comunità locali, insistendo sulla necessità di coinvolgere queste ultime nella gestione dei siti attraverso azioni che le incoraggino ad esserne orgogliose e a prendersene cura. Il Piano, inoltre, tiene conto anche del confronto avuto con l’Ufficio UNESCO del MIBACT. L’articolazione del Piano di Gestione 2020 prende avvio da un’attenta valutazione delle principali criticità ancora persistenti e dall’identificazione e selezione di progetti e azioni in grado di rispondervi, anche a seguito delle preziose e fondamentali osservazioni degli esperti e delle istituzioni raccolte durante gli incontri con gli stakeholder locali. Il nuovo Piano di Gestione, infatti, non vuole limitarsi a essere un mero documento tec- nico di analisi del territorio, ma mira ad essere uno strumento strategico e operativo, in grado di combinare diverse dimensioni territoriali e di individuare obiettivi condivisi e azioni concrete e reali per il mantenimento dell’OUV del sito. Il nuovo Piano di Gestione è l’esito di un processo articolato, declinato in più fasi. Ad ogni fase corrisponde una sezione del presente documento. Nella Prima Parte il sito è descritto secondo i diversi ambiti territoriali del- la core zone e della buffer zone. Si contribuisce allo stesso tempo a fornire un inquadramento degli aspetti descrittivi del sito, mostrando i criteri d’i- scrizione e la Dichiarazione di Valore Universale Eccezionale, compresa la Retrospettiva della Dichiarazione di Valore Universale Eccezionale attual- mente in esame e il “Retrospective Inventory” del 2011. Successivamente, si descrive lo stato dell’arte del sito e una verifica di quanto attuato rispetto al precedente Piano di Gestione in riferimento alle attività di tutela, al contenimento dei fattori di rischio, alla pianificazione, alla valorizzazione e agli aspetti socioeconomici del contesto territoriale e del sistema di gestione. Alla luce delle analisi effettuate, comprese quelle relative al contesto ter- ritoriale presenti in allegato, del lavoro di reperimento dati, condivisio- ne e partecipazione, sono state identificate le proposte di intervento e le azioni progettuali di lungo, medio e breve periodo, ritenute necessarie per la tutela e valorizzazione sostenibile del sito. Sono state definite le strategie, finalizzate in primo luogo alla tutela dell’Eccezionale Valore Universale del sito, dei singoli beni in esso inclusi e delle altre specifiche risorse del territorio. I Piani di Azione rappresen- tano un elemento fondamentale per il coordinamento delle azioni e degli interventi degli enti responsabili del sito; essi sono articolati in progetti concretamente fattibili e attuabili sulla base delle risorse finanziare che si renderanno progressivamente disponibili. Così facendo, si sono messe in luce le modalità necessarie per far fronte alle emergenze evidenziate nel Rapporto Periodico del 2014 e risultate dall’analisi e valutazione dello stato attuale di conoscenza e conservazione del sito. Alla base di tutto è stato progettato un nuovo sistema di governance con- diviso e partecipato che sarà in grado, nel medio periodo, di avviare e implementare i Piani di Azione e il relativo sistema di monitoraggio. Si tratta di un aspetto cruciale che, sino ad oggi, è venuto meno in tutto il processo di gestione del sito. Il sistema di gestione, infatti, dovrà facili- tare la realizzazione, sui territori interessati, di uno sviluppo durevole e sostenibile grazie a una ricercata e accurata protezione, conservazione e valorizzazione del sito. Infine, è stato studiato e definito il Piano di Monitoraggio che permetterà di esercitare un processo di controllo attraverso la valutazione di una se- rie di indicatori di risultato, articolati su un doppio livello: il primo rela- tivo al controllo dello stato di conservazione del sito, l’altro relativo alla realizzazione delle azioni progettate. Gli esiti della seconda fase sono illustrati nella Seconda Parte del presente documento.
2022
979-12-210-1326-9
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