La presenza nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO comporta per ciascun bene, da parte dei soggetti che ne sono individuati come responsabili, l’adozione di un Piano di Gestione, nel quale vengano illustrate e descritte le linee fondamentali per un’azione di salvaguardia tale da garantire l’integrità, il mantenimento e la continuità dei valori eccezionali riconosciuti al bene stesso. Benché il documento non si configuri in sé come atto normativo, esso è naturalmente tenuto a considerare e recepire gli strumenti di pianificazione vigenti e ogni altra disposizione relativa al governo del territorio. Viene, inoltre, richiesta particolare cura nel vaglio analitico di un insieme di aspetti ed elementi che compongono il contesto da tutelare, per quanto articolato esso sia. va da sé che, nel caso specifico, di fronte a una realtà complessa e delicata come quella delle otto città che compongono il sito seriale “Le città tardo barocche del val di Noto”, le difficoltà da affrontare in ordine alla definizione di un simile Piano si sono presentate numerose e consistenti. Per questo il Comune di Noto, in qualità di Soggetto Attuatore della revisione dei tre Piani di Gestione e referente per il sito UNESCO del val di Noto, ha scelto di intraprendere un processo di coinvolgimento, condivisione e compartecipazione di tutti i soggetti interessati. Il cammino non è stato breve, né privo di ostacoli, dati i diversi aspetti problematici che comprensibilmente si sono presentati via via all’attenzione, soprattutto in merito alle criticità evidenziate nella gestione di un contesto così sfac- cettato, nonché agli obiettivi, agli indirizzi e agli orientamenti da focalizzare e assumere come impegno per gli sviluppi futuri. In questo percorso, impostato con scelte metodologiche molto oculate, il Comune di Noto ha saputo dare un concreto esempio di buona pratica, dimostrando una vol- ta di più l’opportunità di applicare in circostanze come questa il principio di collaborazione e concertazione tra i diversi soggetti istituzionali e le amministrazioni pubbliche di tutti i Comuni coinvolti, a garantire una reale condivisione non solo delle responsabilità, ma anche dei punti di vista, delle prospettive e delle aspettative generali per un’ottimale salvaguardia e fruizione sostenibile di un patrimonio storico-culturale di Eccezionale valore Culturale che deve continuare a essere il centro propulsore di tutto il territorio coinvolto. Nel progettare l’aggiornamento del Piano di Gestione del sito “Le città tardo barocche del val di Noto”, si è assunta quale premessa fondamentale, oltre alla “Convenzione sulla protezione del Patrimonio Mondiale” del 1972 e al “Retrospective Statement of Outstanding Universal Value” del 2015, una serie di documenti internazionali, che definiscono il quadro di riferimento al cui interno si è elaborato il presente documento, ovvero: • la “Dichiarazione di Budapest sul Patrimonio Mondiale” (2002), in base alla quale gli Stati Membri devono agire per rafforzare la tutela del Patrimonio Mondiale culturale, mirando a un’effettiva protezione dei singoli beni facenti parte della Lista del Patrimonio Mondiale, in modo da garantire un giusto equilibrio tra conservazione, sostenibilità e sviluppo, non solo sul piano culturale, ma anche economico e sociale • il “Memorandum di Vienna” (2005), che raccomanda una particolare at- tenzione al paesaggio storico urbano in tutti i suoi aspetti caratterizzanti (usi dello spazio e delle strutture, organizzazione spaziale, relazioni visuali, topografia dei suoli, vegetazione e tutti gli elementi infrastrut- turali, inclusi i dettagli costruttivi quali marciapiedi, strade lastricate e illuminazione pubblica) • la “Raccomandazione per la valorizzazione e la tutela del Paesaggio Storico Urbano” (2011), che definisce il paesaggio storico urbano come il risultato di una stratificazione storica di valori e caratteri culturali e naturali che vanno al di là della nozione di “centro storico” arrivando a includere il più ampio contesto urbano e la sua posizione geografica, ma anche le pratiche, i valori sociali e culturali, i processi economici e le dimensioni intangibili del patrimonio • un ulteriore importante riferimento è costituito dalla Convenzione di Faro (2005) del Consiglio d’Europa, che sottolinea il valore dell’eredità culturale per la società, ovvero l’insieme dei valori che costituiscono l’identità di una comunità locale e che riconosce una responsabilità in- dividuale e collettiva alla partecipazione attiva delle comunità. L’eredità culturale gioca un ruolo fondamentale quale risorsa di valore per lo sviluppo sostenibile e per una crescita di qualità di una società Il nuovo Piano di Gestione 2020 del sito “Le città tardo barocche del val di Noto” è stato redatto in base alle Linee Guida Operative UNESCO aggiornate al 20191 e tiene conto, inoltre, del confronto avuto con il MiBACT Segretariato Generale – Servizio I – Coordinamento Ufficio UNESCO, relativo ai contenuti che deve affrontare il Piano di Gestione per configurarsi quale strumento gestionale sempre più adeguato alle esigenze e alle criticità relative all’Eccezionale valore Universale del sito, la cui tutela deve essere l’obiettivo di fondo dell’intero Piano di Gestione, cercando, al contempo, di risolvere le criticità individuate dal rapporto Periodico. Per questo, il Piano di Gestione prende avvio da un’attenta valutazione delle principali criticità ancora persistenti e dall’identificazione e selezione di progetti e azioni in grado di rispondervi, anche a seguito delle preziose e fondamentali osservazioni degli esperti e delle istituzioni raccolte durante gli incontri con gli stakeholder locali. Il nuovo Piano di Gestione, infatti, non vuole limitarsi a essere un mero documento tecnico di analisi del territorio, ma mira a essere uno strumento strategico e operativo, in grado di combinare diverse dimensioni territoriali e di individuare obiettivi condivisi e azioni concrete e reali per il mantenimento del valore Eccezionale del sito. Il nuovo Piano di Gestione è l’esito di un processo articolato, declinato in più fasi. La prima fase è stata rivolta all’analisi dei valori che hanno motivato l’inserimento del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale, del quadro normativo e di pianificazione posto a tutela del sito, dello stato attuale della conoscenza e della conservazione, anche alla luce degli interventi attuati nel corso del tempo intercorso dal primo Piano di Gestione ad oggi. I contenuti sviluppati durante la prima fase sono inclusi nella prima parte del presente Piano di Gestione. La seconda fase ha permesso di evidenziare ulteriori macro-emergenze, ovvero ulteriori fattori che incidono negativamente sulla salvaguardia ambientale dei territori e sulla conservazione dei beni patrimoniali. L’approfondimento sulle macro-emergenze ha altresì contribuito – così come l’analisi e valutazione delle criticità del precedente Piano di Gestione del 2004 - all’individuazione di alcuni degli Obiettivi Strategici per la sua tutela e valorizzazione. Alla luce di questo lungo lavoro di analisi, reperimento dati, condivisione e partecipazione, sono state identificate le proposte di intervento e le azioni progettuali di lungo, medio e breve periodo, ritenute necessarie per la tutela e valorizzazione sostenibile del sito. Gli obiettivi e i progetti inclusi nei Piani di Azione sono stati articolati secondo la seguente ripartizione: - piano della conoscenza - piano della tutela e la conservazione - piano della valorizzazione sociale e culturale - piano della comunicazione e promozione Per ciascuno di essi, sono state definite le strategie, finalizzate in primo luogo alla tutela dell’Eccezionale valore Universale del sito, quindi alla valorizzazione dei singoli beni in esso inclusi e delle altre specifiche risorse del territorio. I Piani di Azione rappresentano un elemento fondamentale per il coordinamento delle azioni e degli interventi degli enti responsabili del sito; essi sono articolati in progetti concretamente fattibili e attuabili sulla base delle risorse finanziarie che si renderanno progressivamente disponibili. Così facendo, si sono messe in luce le modalità necessarie per far fronte alle emergenze evidenziate nel rapporto Periodico del 2014 e risultate dall’analisi e valutazione dello stato attuale di conoscenza e conservazione del sito. Alla base di tutto è stato progettato un nuovo sistema di governance condiviso e partecipato che sarà in grado, nel medio periodo, di avviare e implementare i Piani di Azione e il relativo sistema di monitoraggio. Il sistema di gestione, infatti, dovrà facilitare la realizzazione, sui territori interessati, di uno sviluppo durevole e sostenibile grazie a una ricercata e accurata protezione, conservazione e valorizzazione del sito, garantendo il coordinamento che fino ad oggi è venuto meno. Infine, è stato studiato e definito il Piano di Monitoraggio che permetterà di esercitare un processo di controllo attraverso la valutazione di una serie di indicatori di risultato, articolati su un doppio livello: il primo relativo al controllo dello stato di conservazione del sito, l’altro relativo alla realizzazione delle azioni progettate. Gli esiti della seconda fase sono illustrati nella seconda parte del presente Piano di Gestione.
PIANO DI GESTIONE DEL SITO UNESCO "LE CITTÁ TARDO BAROCCHE DEL VAL DI NOTO" Aggiornamento 2020
Aurelio Angelini
2022-01-01
Abstract
La presenza nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO comporta per ciascun bene, da parte dei soggetti che ne sono individuati come responsabili, l’adozione di un Piano di Gestione, nel quale vengano illustrate e descritte le linee fondamentali per un’azione di salvaguardia tale da garantire l’integrità, il mantenimento e la continuità dei valori eccezionali riconosciuti al bene stesso. Benché il documento non si configuri in sé come atto normativo, esso è naturalmente tenuto a considerare e recepire gli strumenti di pianificazione vigenti e ogni altra disposizione relativa al governo del territorio. Viene, inoltre, richiesta particolare cura nel vaglio analitico di un insieme di aspetti ed elementi che compongono il contesto da tutelare, per quanto articolato esso sia. va da sé che, nel caso specifico, di fronte a una realtà complessa e delicata come quella delle otto città che compongono il sito seriale “Le città tardo barocche del val di Noto”, le difficoltà da affrontare in ordine alla definizione di un simile Piano si sono presentate numerose e consistenti. Per questo il Comune di Noto, in qualità di Soggetto Attuatore della revisione dei tre Piani di Gestione e referente per il sito UNESCO del val di Noto, ha scelto di intraprendere un processo di coinvolgimento, condivisione e compartecipazione di tutti i soggetti interessati. Il cammino non è stato breve, né privo di ostacoli, dati i diversi aspetti problematici che comprensibilmente si sono presentati via via all’attenzione, soprattutto in merito alle criticità evidenziate nella gestione di un contesto così sfac- cettato, nonché agli obiettivi, agli indirizzi e agli orientamenti da focalizzare e assumere come impegno per gli sviluppi futuri. In questo percorso, impostato con scelte metodologiche molto oculate, il Comune di Noto ha saputo dare un concreto esempio di buona pratica, dimostrando una vol- ta di più l’opportunità di applicare in circostanze come questa il principio di collaborazione e concertazione tra i diversi soggetti istituzionali e le amministrazioni pubbliche di tutti i Comuni coinvolti, a garantire una reale condivisione non solo delle responsabilità, ma anche dei punti di vista, delle prospettive e delle aspettative generali per un’ottimale salvaguardia e fruizione sostenibile di un patrimonio storico-culturale di Eccezionale valore Culturale che deve continuare a essere il centro propulsore di tutto il territorio coinvolto. Nel progettare l’aggiornamento del Piano di Gestione del sito “Le città tardo barocche del val di Noto”, si è assunta quale premessa fondamentale, oltre alla “Convenzione sulla protezione del Patrimonio Mondiale” del 1972 e al “Retrospective Statement of Outstanding Universal Value” del 2015, una serie di documenti internazionali, che definiscono il quadro di riferimento al cui interno si è elaborato il presente documento, ovvero: • la “Dichiarazione di Budapest sul Patrimonio Mondiale” (2002), in base alla quale gli Stati Membri devono agire per rafforzare la tutela del Patrimonio Mondiale culturale, mirando a un’effettiva protezione dei singoli beni facenti parte della Lista del Patrimonio Mondiale, in modo da garantire un giusto equilibrio tra conservazione, sostenibilità e sviluppo, non solo sul piano culturale, ma anche economico e sociale • il “Memorandum di Vienna” (2005), che raccomanda una particolare at- tenzione al paesaggio storico urbano in tutti i suoi aspetti caratterizzanti (usi dello spazio e delle strutture, organizzazione spaziale, relazioni visuali, topografia dei suoli, vegetazione e tutti gli elementi infrastrut- turali, inclusi i dettagli costruttivi quali marciapiedi, strade lastricate e illuminazione pubblica) • la “Raccomandazione per la valorizzazione e la tutela del Paesaggio Storico Urbano” (2011), che definisce il paesaggio storico urbano come il risultato di una stratificazione storica di valori e caratteri culturali e naturali che vanno al di là della nozione di “centro storico” arrivando a includere il più ampio contesto urbano e la sua posizione geografica, ma anche le pratiche, i valori sociali e culturali, i processi economici e le dimensioni intangibili del patrimonio • un ulteriore importante riferimento è costituito dalla Convenzione di Faro (2005) del Consiglio d’Europa, che sottolinea il valore dell’eredità culturale per la società, ovvero l’insieme dei valori che costituiscono l’identità di una comunità locale e che riconosce una responsabilità in- dividuale e collettiva alla partecipazione attiva delle comunità. L’eredità culturale gioca un ruolo fondamentale quale risorsa di valore per lo sviluppo sostenibile e per una crescita di qualità di una società Il nuovo Piano di Gestione 2020 del sito “Le città tardo barocche del val di Noto” è stato redatto in base alle Linee Guida Operative UNESCO aggiornate al 20191 e tiene conto, inoltre, del confronto avuto con il MiBACT Segretariato Generale – Servizio I – Coordinamento Ufficio UNESCO, relativo ai contenuti che deve affrontare il Piano di Gestione per configurarsi quale strumento gestionale sempre più adeguato alle esigenze e alle criticità relative all’Eccezionale valore Universale del sito, la cui tutela deve essere l’obiettivo di fondo dell’intero Piano di Gestione, cercando, al contempo, di risolvere le criticità individuate dal rapporto Periodico. Per questo, il Piano di Gestione prende avvio da un’attenta valutazione delle principali criticità ancora persistenti e dall’identificazione e selezione di progetti e azioni in grado di rispondervi, anche a seguito delle preziose e fondamentali osservazioni degli esperti e delle istituzioni raccolte durante gli incontri con gli stakeholder locali. Il nuovo Piano di Gestione, infatti, non vuole limitarsi a essere un mero documento tecnico di analisi del territorio, ma mira a essere uno strumento strategico e operativo, in grado di combinare diverse dimensioni territoriali e di individuare obiettivi condivisi e azioni concrete e reali per il mantenimento del valore Eccezionale del sito. Il nuovo Piano di Gestione è l’esito di un processo articolato, declinato in più fasi. La prima fase è stata rivolta all’analisi dei valori che hanno motivato l’inserimento del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale, del quadro normativo e di pianificazione posto a tutela del sito, dello stato attuale della conoscenza e della conservazione, anche alla luce degli interventi attuati nel corso del tempo intercorso dal primo Piano di Gestione ad oggi. I contenuti sviluppati durante la prima fase sono inclusi nella prima parte del presente Piano di Gestione. La seconda fase ha permesso di evidenziare ulteriori macro-emergenze, ovvero ulteriori fattori che incidono negativamente sulla salvaguardia ambientale dei territori e sulla conservazione dei beni patrimoniali. L’approfondimento sulle macro-emergenze ha altresì contribuito – così come l’analisi e valutazione delle criticità del precedente Piano di Gestione del 2004 - all’individuazione di alcuni degli Obiettivi Strategici per la sua tutela e valorizzazione. Alla luce di questo lungo lavoro di analisi, reperimento dati, condivisione e partecipazione, sono state identificate le proposte di intervento e le azioni progettuali di lungo, medio e breve periodo, ritenute necessarie per la tutela e valorizzazione sostenibile del sito. Gli obiettivi e i progetti inclusi nei Piani di Azione sono stati articolati secondo la seguente ripartizione: - piano della conoscenza - piano della tutela e la conservazione - piano della valorizzazione sociale e culturale - piano della comunicazione e promozione Per ciascuno di essi, sono state definite le strategie, finalizzate in primo luogo alla tutela dell’Eccezionale valore Universale del sito, quindi alla valorizzazione dei singoli beni in esso inclusi e delle altre specifiche risorse del territorio. I Piani di Azione rappresentano un elemento fondamentale per il coordinamento delle azioni e degli interventi degli enti responsabili del sito; essi sono articolati in progetti concretamente fattibili e attuabili sulla base delle risorse finanziarie che si renderanno progressivamente disponibili. Così facendo, si sono messe in luce le modalità necessarie per far fronte alle emergenze evidenziate nel rapporto Periodico del 2014 e risultate dall’analisi e valutazione dello stato attuale di conoscenza e conservazione del sito. Alla base di tutto è stato progettato un nuovo sistema di governance condiviso e partecipato che sarà in grado, nel medio periodo, di avviare e implementare i Piani di Azione e il relativo sistema di monitoraggio. Il sistema di gestione, infatti, dovrà facilitare la realizzazione, sui territori interessati, di uno sviluppo durevole e sostenibile grazie a una ricercata e accurata protezione, conservazione e valorizzazione del sito, garantendo il coordinamento che fino ad oggi è venuto meno. Infine, è stato studiato e definito il Piano di Monitoraggio che permetterà di esercitare un processo di controllo attraverso la valutazione di una serie di indicatori di risultato, articolati su un doppio livello: il primo relativo al controllo dello stato di conservazione del sito, l’altro relativo alla realizzazione delle azioni progettate. Gli esiti della seconda fase sono illustrati nella seconda parte del presente Piano di Gestione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.