La Sicurezza Urbana è al centro delle politiche urbane e pertanto può essere consideta un indicatore di buon funzionamento dell’amministrazione pubblica. Ma come può essere attuata e monitorata la sucurezza urbana? Il saggio propone un‘ipotesi di Piano d’Azione e di individuazione delle strategie per la promozione della sicurezza, nello spazio delle infrastrutture multietniche per la città plurale e competitiva. Tale “mandato” sociale sottintende un importante compito per l’urbanistica del dialogo, che determinerà azioni volte a: - non limitare le azioni ad un recupero sociale e urbanistico delle aree oggetto di studio, bensì estendere variabili e contesti in gioco attraverso la riorganizzazione dei servizi; - legare la salvaguardia sociale al rilancio e alle politiche di sviluppo predisponendo un documento operativo. Il Piano d’Azione, ispirato all’ESSP francese (ètudes de sùreté et de sècuritè publique) può essere applicato come valutazione endoprocedimentale a piani e progetti di trasformazione che interessano ambiti caratterizzati da particolari condizioni di rischio sociale e ambientale, le c.s. “zone urbane critiche”. Mutuando il modello francese si può pertanto individuare una struttura tipo che potrà essere utilizzata dai Comuni nel predisporre misure e azioni specifiche per la sicurezza e i processi inclusivi e per definire misure di accompagnamento alle azioni di trasformazione.
La Sicurezza urbana come indicatore di performance delle città, VIII Giornata di Studi INU
FAZIA C
2014-01-01
Abstract
La Sicurezza Urbana è al centro delle politiche urbane e pertanto può essere consideta un indicatore di buon funzionamento dell’amministrazione pubblica. Ma come può essere attuata e monitorata la sucurezza urbana? Il saggio propone un‘ipotesi di Piano d’Azione e di individuazione delle strategie per la promozione della sicurezza, nello spazio delle infrastrutture multietniche per la città plurale e competitiva. Tale “mandato” sociale sottintende un importante compito per l’urbanistica del dialogo, che determinerà azioni volte a: - non limitare le azioni ad un recupero sociale e urbanistico delle aree oggetto di studio, bensì estendere variabili e contesti in gioco attraverso la riorganizzazione dei servizi; - legare la salvaguardia sociale al rilancio e alle politiche di sviluppo predisponendo un documento operativo. Il Piano d’Azione, ispirato all’ESSP francese (ètudes de sùreté et de sècuritè publique) può essere applicato come valutazione endoprocedimentale a piani e progetti di trasformazione che interessano ambiti caratterizzati da particolari condizioni di rischio sociale e ambientale, le c.s. “zone urbane critiche”. Mutuando il modello francese si può pertanto individuare una struttura tipo che potrà essere utilizzata dai Comuni nel predisporre misure e azioni specifiche per la sicurezza e i processi inclusivi e per definire misure di accompagnamento alle azioni di trasformazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.