Attingendo al vasto corpus della letteratura concentrazionaria, il presente contributo propone un’analisi delle pratiche discorsive di quattro autrici francesi che, da punti di vista diversi, direttamente o indirettamente, hanno raccontato l’esperienza della deportazione. Le opere di Germaine Tillion, Charlotte Delbo, Geneviève De Gaulle Anthonioz e Marguerite Duras sono preziose per un confronto e uno studio sulla lingua dei campi. Tra i principali elementi presi in considerazione figurano la costruzione stilistica, il campo lessicale della morte, della malattia e della natura, e le metafore sul corpo che danno vita a vere e proprie metamorfosi.

Pratiche discorsive della Shoah. Tillion, Delbo, De Gaulle Anthonioz e Duras

Antonietta Bivona
2023-01-01

Abstract

Attingendo al vasto corpus della letteratura concentrazionaria, il presente contributo propone un’analisi delle pratiche discorsive di quattro autrici francesi che, da punti di vista diversi, direttamente o indirettamente, hanno raccontato l’esperienza della deportazione. Le opere di Germaine Tillion, Charlotte Delbo, Geneviève De Gaulle Anthonioz e Marguerite Duras sono preziose per un confronto e uno studio sulla lingua dei campi. Tra i principali elementi presi in considerazione figurano la costruzione stilistica, il campo lessicale della morte, della malattia e della natura, e le metafore sul corpo che danno vita a vere e proprie metamorfosi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11387/174546
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