The book, through the use of various unpublished sources, focuses on the creation, in the interwar period, of a common culture within a group of modern and contemporary historians, it analyzes the establishment of an organization of institutions that enabled national and international research activities. The book focuses on the transition of this group, with its specific historiographical as well as political culture, into the changed conditions of the postwar era. The book explores the national and international role that a group of scholars played in organizing historical studies between the 1930s and 1960s. In this broad context, particular attention is given to the dense network of institutions where, thanks especially to Gioacchino Volpe and later to Federico Chabod, many young historians worked and trained, who, with different trajectories, were at the center of discussions on the reorganization of the discipline in the postwar period. The analysis of various historical research institutions, their role within universities, and the international relations has highlighted the evolution of Italian historical studies and their connections with the European context between fascism and post-fascism, along with its continuities and ruptures.

Il volume attraverso l’utilizzo di diverse fonti inedite si focalizza sulla creazione nel periodo tra le due guerre di una cultura comune in un gruppo di storici modernisti e contemporaneisti, la realizzazione di un’organizzazione di istituzioni che ne permettessero l’attività di studio e di ricerca, e la transizione di questo gruppo, con la sua specifica cultura storiografica oltre che politica - a questo punto pienamente autonoma - nelle mutate condizioni del dopoguerra. Il volume ha esplorato il ruolo nazionale ed internazionale che un gruppo di studiosi svolse nell’organizzazione degli studi storici tra anni Trenta e Sessanta del Novecento. In questo ampio contesto è stata considerata prevalentemente la fitta rete di istituti in cui, grazie soprattutto a Gioacchino Volpe e successivamente a Federico Chabod, lavorarono e si formarono molti giovani storici i quali, con vicende diverse, furono al centro della discussione sulla riorganizzazione della disciplina nel dopoguerra. L’analisi di diverse istituzioni di ricerca storica, del ruolo all’interno delle università e delle relazioni internazionali ha messo in luce l’evoluzione degli studi storici italiani e le connessioni con l’ambito europeo tra fascismo e post-fascismo, le sue continuità e le sue rotture.

Fare storia. Culture e pratiche della ricerca in Italia da Gioacchino Volpe a Federico Chabod

Margherita Angelini
2012-01-01

Abstract

The book, through the use of various unpublished sources, focuses on the creation, in the interwar period, of a common culture within a group of modern and contemporary historians, it analyzes the establishment of an organization of institutions that enabled national and international research activities. The book focuses on the transition of this group, with its specific historiographical as well as political culture, into the changed conditions of the postwar era. The book explores the national and international role that a group of scholars played in organizing historical studies between the 1930s and 1960s. In this broad context, particular attention is given to the dense network of institutions where, thanks especially to Gioacchino Volpe and later to Federico Chabod, many young historians worked and trained, who, with different trajectories, were at the center of discussions on the reorganization of the discipline in the postwar period. The analysis of various historical research institutions, their role within universities, and the international relations has highlighted the evolution of Italian historical studies and their connections with the European context between fascism and post-fascism, along with its continuities and ruptures.
2012
9788843052271
Il volume attraverso l’utilizzo di diverse fonti inedite si focalizza sulla creazione nel periodo tra le due guerre di una cultura comune in un gruppo di storici modernisti e contemporaneisti, la realizzazione di un’organizzazione di istituzioni che ne permettessero l’attività di studio e di ricerca, e la transizione di questo gruppo, con la sua specifica cultura storiografica oltre che politica - a questo punto pienamente autonoma - nelle mutate condizioni del dopoguerra. Il volume ha esplorato il ruolo nazionale ed internazionale che un gruppo di studiosi svolse nell’organizzazione degli studi storici tra anni Trenta e Sessanta del Novecento. In questo ampio contesto è stata considerata prevalentemente la fitta rete di istituti in cui, grazie soprattutto a Gioacchino Volpe e successivamente a Federico Chabod, lavorarono e si formarono molti giovani storici i quali, con vicende diverse, furono al centro della discussione sulla riorganizzazione della disciplina nel dopoguerra. L’analisi di diverse istituzioni di ricerca storica, del ruolo all’interno delle università e delle relazioni internazionali ha messo in luce l’evoluzione degli studi storici italiani e le connessioni con l’ambito europeo tra fascismo e post-fascismo, le sue continuità e le sue rotture.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11387/177805
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