L’edizione Melanoma Sliding Doors 2022, la setti- ma del progetto editoriale dedicato alla gestio- ne del melanoma BRAF-V600 mutato (BRAF+), ha posto al centro degli incontri le sfide più attuali nella gestione del melanoma, neoplasia che oggi resta la principale causa di morte tra i tumori cu- tanei con un trend in aumento.[1] Dopo l’edizio- ne dell’anno precedente svoltasi su tavoli virtuali, quest’anno gli eventi si sono svolti in presenza. In nove tavoli, 97 oncologi hanno condiviso co- noscenze ed esperienze aggiornate sugli unmet needs e le specifiche esigenze nella gestione dei pazienti affetti da melanoma con mutazione BRAF-V600 (45-50% dell’intera popolazione con diagnosi di melanoma).[2] La presentazione di casi clinici didattici verosi- mili, in un’ottica “sliding doors”, ha arricchito il dibattito tra pari, che si è incentrato principal- mente sui potenziali scenari derivanti da scel- te terapeutiche alternative nella gestione dei pazienti con melanoma BRAF+. Grazie anche a relazioni frontali che hanno ripercorso gli ulti- mi dati presenti in letteratura, sono così emersi spunti preziosi per costruire un percorso dia- gnostico-terapeutico condiviso e definire i setting/i pazienti che maggiormente possono giovarsi della targeted therapy (TT) nel tratta- mento del melanoma BRAF+. L’attenzione si è focalizzata, in particolare, sulla combinazione dell’inibitore di BRAF (BRAFi) dabrafenib con l’i- nibitore di MEK (MEKi) trametinib, la sola tera- pia a bersaglio molecolare che, grazie alle forti e favorevoli evidenze disponibili, è oggi indicata per il trattamento del melanoma BRAF+ sia nei pazienti con malattia in stadio III non resecabile o metastatica, che nei pazienti in stadio III dopo resezione completa come terapia adiuvante (alle dosi raccomandate dabrafenib: 150 mg bid; tra- metinib: 2 mg uid).[3,4] Nell’orizzonte terapeutico del setting metasta- tico, oltre ai due studi randomizzati di fase III, condotti in pazienti con melanoma metastatico BRAF+ in stadio IIIC non resecabile o stadio IV [COMBI-d (N=211) e COMBI-v (N=352)], che han- no dimostrato come la combinazione dabrafe- nib/trametinib migliori la progression free survival (PFS) e la overall survival (OS) rispetto al solo BRAFi, mantenendo un buon profilo di sicurezza[5], sono stati approvati farmaci a bersaglio immu- nologico sulla base di studi registrativi nel trat- tamento del melanoma metastatico (ipilimumab, anticorpo anti-CTLA-4, nivolumab e pembrolizu- mab).[6] Analogamente, per il setting adiuvante, oltre allo studio COMBI-AD per la TT dabrafenib/ trametinib,[7] gli studi registrativi EORTC 1325- MG/KEYNOTE-054[8] e CheckMate 238[9] hanno portato all’approvazione di una seconda strate- gia terapeutica, l’immunoterapia (IT) con gli im- mune check-point inhibitors (anti-PD-1) nivolumab e pembrolizumab, indipendentemente dallo sta- to mutazionale di BRAF. Nonostante TT e IT abbiano avuto un grande im- patto sulla prognosi e sopravvivenza nei pazienti con melanoma, permangono alcune aree grigie nello studio di tale patologia e nell’efficacia dei trattamenti a disposizione, rispetto alle quali gli esperti hanno tenuto un confronto attivo duran- te gli eventi Melanoma Sliding Doors 2022. Una serie di aspetti che, insieme ai temi chiave emersi in tutti gli incontri (Tabella 1), sono oggetto della seguente pubblicazione che ogni anno fa seguito alla conclusione del progetto.

Melanoma Sliding Doors 2022 Management and targeted treatment for melanoma BRAF+ patients

Daniela Sambataro;
2022-01-01

Abstract

L’edizione Melanoma Sliding Doors 2022, la setti- ma del progetto editoriale dedicato alla gestio- ne del melanoma BRAF-V600 mutato (BRAF+), ha posto al centro degli incontri le sfide più attuali nella gestione del melanoma, neoplasia che oggi resta la principale causa di morte tra i tumori cu- tanei con un trend in aumento.[1] Dopo l’edizio- ne dell’anno precedente svoltasi su tavoli virtuali, quest’anno gli eventi si sono svolti in presenza. In nove tavoli, 97 oncologi hanno condiviso co- noscenze ed esperienze aggiornate sugli unmet needs e le specifiche esigenze nella gestione dei pazienti affetti da melanoma con mutazione BRAF-V600 (45-50% dell’intera popolazione con diagnosi di melanoma).[2] La presentazione di casi clinici didattici verosi- mili, in un’ottica “sliding doors”, ha arricchito il dibattito tra pari, che si è incentrato principal- mente sui potenziali scenari derivanti da scel- te terapeutiche alternative nella gestione dei pazienti con melanoma BRAF+. Grazie anche a relazioni frontali che hanno ripercorso gli ulti- mi dati presenti in letteratura, sono così emersi spunti preziosi per costruire un percorso dia- gnostico-terapeutico condiviso e definire i setting/i pazienti che maggiormente possono giovarsi della targeted therapy (TT) nel tratta- mento del melanoma BRAF+. L’attenzione si è focalizzata, in particolare, sulla combinazione dell’inibitore di BRAF (BRAFi) dabrafenib con l’i- nibitore di MEK (MEKi) trametinib, la sola tera- pia a bersaglio molecolare che, grazie alle forti e favorevoli evidenze disponibili, è oggi indicata per il trattamento del melanoma BRAF+ sia nei pazienti con malattia in stadio III non resecabile o metastatica, che nei pazienti in stadio III dopo resezione completa come terapia adiuvante (alle dosi raccomandate dabrafenib: 150 mg bid; tra- metinib: 2 mg uid).[3,4] Nell’orizzonte terapeutico del setting metasta- tico, oltre ai due studi randomizzati di fase III, condotti in pazienti con melanoma metastatico BRAF+ in stadio IIIC non resecabile o stadio IV [COMBI-d (N=211) e COMBI-v (N=352)], che han- no dimostrato come la combinazione dabrafe- nib/trametinib migliori la progression free survival (PFS) e la overall survival (OS) rispetto al solo BRAFi, mantenendo un buon profilo di sicurezza[5], sono stati approvati farmaci a bersaglio immu- nologico sulla base di studi registrativi nel trat- tamento del melanoma metastatico (ipilimumab, anticorpo anti-CTLA-4, nivolumab e pembrolizu- mab).[6] Analogamente, per il setting adiuvante, oltre allo studio COMBI-AD per la TT dabrafenib/ trametinib,[7] gli studi registrativi EORTC 1325- MG/KEYNOTE-054[8] e CheckMate 238[9] hanno portato all’approvazione di una seconda strate- gia terapeutica, l’immunoterapia (IT) con gli im- mune check-point inhibitors (anti-PD-1) nivolumab e pembrolizumab, indipendentemente dallo sta- to mutazionale di BRAF. Nonostante TT e IT abbiano avuto un grande im- patto sulla prognosi e sopravvivenza nei pazienti con melanoma, permangono alcune aree grigie nello studio di tale patologia e nell’efficacia dei trattamenti a disposizione, rispetto alle quali gli esperti hanno tenuto un confronto attivo duran- te gli eventi Melanoma Sliding Doors 2022. Una serie di aspetti che, insieme ai temi chiave emersi in tutti gli incontri (Tabella 1), sono oggetto della seguente pubblicazione che ogni anno fa seguito alla conclusione del progetto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11387/184640
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