Nel 1865 Armand Trousseau descrisse l’associazione tra cancro e trombosi. I dati di letteratura riportano una incidenza di trombosi venosa profonda del 20% nei pazienti affetti da neoplasia. Se confrontati ai pazienti senza cancro, il rischio di primo episodio o recidiva di TEV è 2-4 volte più alto e la TEV rappresenta la seconda causa di morte nei pazienti con cancro. Gli interventi chirurgici, i trattamenti antiblastici e i cateteri venosi centrali possono aumentare il rischio. Le neoplasie con rischio maggiore sono quelle del trattato gastro-intestinale, polmonari, ovariche, cerebrali e linfomi. Inoltre, la trombosi idiopatica è associata ad un rischio del 10% di neoplasia nel primo anno. La patogenesi è associata alle proprietà protrombotiche delle cellule tumorali che producono sostanze procoagulanti quali tissue factor, tromboplastina tissutale, cancer procoagulant cistein proteasi; a meccanismi indiretti quali l’espressione di fenotipo procoagulante di monociti, piastrine, cellule endoteliali determinato da TNF, IL1, VEGF; all’attivazione del complemento e formazione di immunocomplessi. Contribuisce allo stato di ipercoagulabilità la stasi dovuta alle masse tumorali, la presenza di uno stato infiammatorio, la disprotidemia, le infezioni e l’allettamento. L’evento tromboembolico nei pazienti in trattamento antiblastico peggiora la prognosi. I dati di letteratura suggeriscono profilassi con anticoagulanti nei pazienti sottoposti a chirurgia oncologica, nei pazienti ambulatoriali con tumori solidi selezionati per elevato rischio che ricevono trattamento antiblastico e nei pazienti ospedalizzati. Falanga A et al Cancer Treat Res 2019 Saphner T et al JCO 1991 LINEE GUIDA AIOM 2021
Trombosi e Cancro
D. Sambataro;
2023-01-01
Abstract
Nel 1865 Armand Trousseau descrisse l’associazione tra cancro e trombosi. I dati di letteratura riportano una incidenza di trombosi venosa profonda del 20% nei pazienti affetti da neoplasia. Se confrontati ai pazienti senza cancro, il rischio di primo episodio o recidiva di TEV è 2-4 volte più alto e la TEV rappresenta la seconda causa di morte nei pazienti con cancro. Gli interventi chirurgici, i trattamenti antiblastici e i cateteri venosi centrali possono aumentare il rischio. Le neoplasie con rischio maggiore sono quelle del trattato gastro-intestinale, polmonari, ovariche, cerebrali e linfomi. Inoltre, la trombosi idiopatica è associata ad un rischio del 10% di neoplasia nel primo anno. La patogenesi è associata alle proprietà protrombotiche delle cellule tumorali che producono sostanze procoagulanti quali tissue factor, tromboplastina tissutale, cancer procoagulant cistein proteasi; a meccanismi indiretti quali l’espressione di fenotipo procoagulante di monociti, piastrine, cellule endoteliali determinato da TNF, IL1, VEGF; all’attivazione del complemento e formazione di immunocomplessi. Contribuisce allo stato di ipercoagulabilità la stasi dovuta alle masse tumorali, la presenza di uno stato infiammatorio, la disprotidemia, le infezioni e l’allettamento. L’evento tromboembolico nei pazienti in trattamento antiblastico peggiora la prognosi. I dati di letteratura suggeriscono profilassi con anticoagulanti nei pazienti sottoposti a chirurgia oncologica, nei pazienti ambulatoriali con tumori solidi selezionati per elevato rischio che ricevono trattamento antiblastico e nei pazienti ospedalizzati. Falanga A et al Cancer Treat Res 2019 Saphner T et al JCO 1991 LINEE GUIDA AIOM 2021I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


