Il volume si inserisce nel filone di ricerca che studia ed approfondisce la storia delle tecniche costruttive; in particolare viene indagata una fase della storia della costruzione “moderna” che, passando per la mitizzazione dell’industrializzazione edilizia, importata in Italia dal resto d’Europa (dalla Francia, in particolar modo) ed in Sicilia dal resto di Italia (ad opera, essenzialmente, delle cooperative operanti nella Regione Emilia e Romagna) diviene un’esperienza isolata della quale non si sceglie in massima parte, e non solo per motivi tecnici e/o economici, di cogliere l’eredità, negli interventi degli anni successivi. Il testo, attraverso la descrizione di quattro interventi realizzati negli anni ’70 ed ’80, dimostra come i quartieri di edilizia economica e popolare a Palermo, divengono, per dimensioni, tipologia edilizia e, non in ultimo, modalità di appalto, gli artefici dell’impiego delle tecniche industrializzate. Con la progettazione dei nuovi quartieri Sperone ed Oreto e con i nuovi insediamenti nell’esistente quartiere di edilizia economico-popolare a Borgo Nuovo, interi brani di periferia vengono profondamente modificati rivelando ad oggi, ad un tempo i pregi e i difetti insiti nella tecnica costruttiva. L’industrializzazione dei getti in c.a., in risposta al noto motto “un appartamento al giorno”, avvenne ad opera dell’impiego di Coffrage Tunnel ed, in misura ancora maggiore, del più elastico sistema a Banches et Tables, ove la tecnica costruttiva si faceva più spinta, ma anche semplicemente in forza dell’impiego di casseforme metalliche reimpiegabili poste in opera per il getto dei setti; in quest’ultimo caso un vastissimo repertorio di solai prefabbricati, completava la costruzione industrializzata, limitata, dunque, quasi sempre alla sola struttura portante. Raro, d’altra parte, fu il caso di industrializzazione integrale riguardante anche gli altri componenti dell’organismo edilizio, quali pannelli di tamponamento, tramezzature interne, blocchi servizi. Le tecniche industrializzate influenzarono notevolmente sia l’aspetto architettonico degli edifici, che ne risultava sempre pesantemente imbrigliato, e spesso in parte mortificato, nonché le tipologie degli alloggi, costretti dagli interassi tra i setti e poco passibili di modifiche e variazioni. Conclude il volume l’esame di un caso, assolutamente isolato nella realtà locale, di industrializzazione per componenti in acciaio la cui scelta fu dettata dalla scarsa portanza del terreno di fondazione.

L'industrializzazione nei quartieri di edilizia residenziale pubblica

BASIRICO', TIZIANA;
2013-01-01

Abstract

Il volume si inserisce nel filone di ricerca che studia ed approfondisce la storia delle tecniche costruttive; in particolare viene indagata una fase della storia della costruzione “moderna” che, passando per la mitizzazione dell’industrializzazione edilizia, importata in Italia dal resto d’Europa (dalla Francia, in particolar modo) ed in Sicilia dal resto di Italia (ad opera, essenzialmente, delle cooperative operanti nella Regione Emilia e Romagna) diviene un’esperienza isolata della quale non si sceglie in massima parte, e non solo per motivi tecnici e/o economici, di cogliere l’eredità, negli interventi degli anni successivi. Il testo, attraverso la descrizione di quattro interventi realizzati negli anni ’70 ed ’80, dimostra come i quartieri di edilizia economica e popolare a Palermo, divengono, per dimensioni, tipologia edilizia e, non in ultimo, modalità di appalto, gli artefici dell’impiego delle tecniche industrializzate. Con la progettazione dei nuovi quartieri Sperone ed Oreto e con i nuovi insediamenti nell’esistente quartiere di edilizia economico-popolare a Borgo Nuovo, interi brani di periferia vengono profondamente modificati rivelando ad oggi, ad un tempo i pregi e i difetti insiti nella tecnica costruttiva. L’industrializzazione dei getti in c.a., in risposta al noto motto “un appartamento al giorno”, avvenne ad opera dell’impiego di Coffrage Tunnel ed, in misura ancora maggiore, del più elastico sistema a Banches et Tables, ove la tecnica costruttiva si faceva più spinta, ma anche semplicemente in forza dell’impiego di casseforme metalliche reimpiegabili poste in opera per il getto dei setti; in quest’ultimo caso un vastissimo repertorio di solai prefabbricati, completava la costruzione industrializzata, limitata, dunque, quasi sempre alla sola struttura portante. Raro, d’altra parte, fu il caso di industrializzazione integrale riguardante anche gli altri componenti dell’organismo edilizio, quali pannelli di tamponamento, tramezzature interne, blocchi servizi. Le tecniche industrializzate influenzarono notevolmente sia l’aspetto architettonico degli edifici, che ne risultava sempre pesantemente imbrigliato, e spesso in parte mortificato, nonché le tipologie degli alloggi, costretti dagli interassi tra i setti e poco passibili di modifiche e variazioni. Conclude il volume l’esame di un caso, assolutamente isolato nella realtà locale, di industrializzazione per componenti in acciaio la cui scelta fu dettata dalla scarsa portanza del terreno di fondazione.
2013
9788854860384
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