Dopo un inquadramento generale sulle principali tematiche della composizione architettonica, il libro considera l'architettura quale approdo di un itinerario sperimentale piuttosto complesso, nel quale è possibile rinvenire, al di là delle mutazioni interne che la ricerca decennale comporta, alcune invarianti teorico-operative. La prima si potrebbe identificare in un voluto trattenersi in un’area intermedia tra grammatica e sintassi. Le architetture analizzate si presentano, infatti, come realtà compositive e costruttive sospese tra l’enunciazione di principi geometrici e di spazi primari e l’evoluzione che questi subiscono. Un’evoluzione arrestata non appena questa comincia a mostrare i suoi effetti. La seconda invariante si riconosce, come messo in evidenza nel testo iniziale, nella dialettica tra superficie e volume. A partire dal piano – in termini architettonici il muro – il volume si determina secondo le modalità attraverso le quali il piano stesso si trasforma mediante una serie di piegature che comprimono e dilatano lo spazio. Tale dialettica conferisce al volume una percepibile ambiguità, nel senso che la permanenza in esso della matrice planare modifica in modo significativo l’essenza tridimensionale e la configurazione plastica del corpo architettonico. La terza invariante consiste in una combinazione compositiva, planimetrica e architettonica di unità e di frammento. Incorporando quella risonanza archeologica alla quale si è già fatto cenno, anche il progetto urbano si presenta come il risultato di tessiture multiple di segni insediativi e architettonici che alludono ad una temporalità plurima e stratificata. Le tre invarianti si inscrivono nella dimensione del luogo come sintesi diacroniche e sincroniche di tutte le tracce presenti in un punto preciso del mondo. In definitiva, la scrittura architettonica mette in atto, applicandoli, i termini di essenzialità e di autenticità dell’architettura più che di commento; chiavi che testimoniano, di fatto, una forte capacità di pensiero e di azione nel progetto, nato da questi intendimenti di fondo collocati positivamente tra modernità e contemporaneità. Senza mai trascurare il legame intrinseco con la tradizione del nuovo nel momento stesso in cui tale tradizione è rimessa totalmente in discussione al fine di verificarne le valenze ancora libere.
Titolo: | Spazio Misura Struttura Modulo Quattro |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2012 |
Abstract: | Dopo un inquadramento generale sulle principali tematiche della composizione architettonica, il libro considera l'architettura quale approdo di un itinerario sperimentale piuttosto complesso, nel quale è possibile rinvenire, al di là delle mutazioni interne che la ricerca decennale comporta, alcune invarianti teorico-operative. La prima si potrebbe identificare in un voluto trattenersi in un’area intermedia tra grammatica e sintassi. Le architetture analizzate si presentano, infatti, come realtà compositive e costruttive sospese tra l’enunciazione di principi geometrici e di spazi primari e l’evoluzione che questi subiscono. Un’evoluzione arrestata non appena questa comincia a mostrare i suoi effetti. La seconda invariante si riconosce, come messo in evidenza nel testo iniziale, nella dialettica tra superficie e volume. A partire dal piano – in termini architettonici il muro – il volume si determina secondo le modalità attraverso le quali il piano stesso si trasforma mediante una serie di piegature che comprimono e dilatano lo spazio. Tale dialettica conferisce al volume una percepibile ambiguità, nel senso che la permanenza in esso della matrice planare modifica in modo significativo l’essenza tridimensionale e la configurazione plastica del corpo architettonico. La terza invariante consiste in una combinazione compositiva, planimetrica e architettonica di unità e di frammento. Incorporando quella risonanza archeologica alla quale si è già fatto cenno, anche il progetto urbano si presenta come il risultato di tessiture multiple di segni insediativi e architettonici che alludono ad una temporalità plurima e stratificata. Le tre invarianti si inscrivono nella dimensione del luogo come sintesi diacroniche e sincroniche di tutte le tracce presenti in un punto preciso del mondo. In definitiva, la scrittura architettonica mette in atto, applicandoli, i termini di essenzialità e di autenticità dell’architettura più che di commento; chiavi che testimoniano, di fatto, una forte capacità di pensiero e di azione nel progetto, nato da questi intendimenti di fondo collocati positivamente tra modernità e contemporaneità. Senza mai trascurare il legame intrinseco con la tradizione del nuovo nel momento stesso in cui tale tradizione è rimessa totalmente in discussione al fine di verificarne le valenze ancora libere. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11387/5721 |
ISBN: | 9788897085720 |
Appare nelle tipologie: | 3.1 Monografia o trattato scientifico |