L’articolo prende in esame una pronuncia della Suprema Corte, tramite la quale i giudici della legittimità, in materia di responsabilità medica, ribadiscono la separazione tra l’obbligo del c.d. consenso informato e l’obbligo di osservare i canoni della diligenza professionale. A parere della Corte, il primo prescinde e sussiste indipendentemente dal secondo, pertanto, ove violato, provoca conseguenze dannose consistenti nella limitazione della libertà del paziente di disporre di se stesso. Tali conseguenze sono ritenute meritevoli di risarcimento anche nei casi di perfetta riuscita del trattamento sanitario e di urgenza tale da non lasciare al soggetto la possibilità di verificare la effettiva necessità della terapia.
Non tutto è bene quel che finisce bene se manca il consenso informato
Fratto Rosi Grippaudo E
2016-01-01
Abstract
L’articolo prende in esame una pronuncia della Suprema Corte, tramite la quale i giudici della legittimità, in materia di responsabilità medica, ribadiscono la separazione tra l’obbligo del c.d. consenso informato e l’obbligo di osservare i canoni della diligenza professionale. A parere della Corte, il primo prescinde e sussiste indipendentemente dal secondo, pertanto, ove violato, provoca conseguenze dannose consistenti nella limitazione della libertà del paziente di disporre di se stesso. Tali conseguenze sono ritenute meritevoli di risarcimento anche nei casi di perfetta riuscita del trattamento sanitario e di urgenza tale da non lasciare al soggetto la possibilità di verificare la effettiva necessità della terapia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.