L’articolo presenta un’indagine pragmatica su un evento comunicativo frequentemente riprodotto in alcuni libri di lettura per la scuola elementare scritti da autrici italiane per l’infanzia tra fine Ottocento e primo Novecento: la lezione in classe. In queste letture, nozioni disciplinari e insegnamenti comportamentali, piuttosto che essere presentati in modo astrattamente espositivo, sono spesso inquadrati in una cornice dialogico-narrativa che riproduce il contesto di una classe elementare e dunque di una lezione svolta in forma monologica ma spesso anche dialogata, e prevalentemente basata su metodi intuitivo-esperienziali. Si analizzano: 1) modalità espositive, strategie discorsive e organizzazione testuale dei “brani-lezione”, con attenzione verso i fenomeni del parlato spontaneo e dell’interazione scolastica, come le domande formulate dagli insegnanti e le strategie di rispecchiamento da loro adottate nei confronti degli interventi degli alunni, anche questi oggetto di analisi nella varietà delle loro funzioni; 2) la rappresentazione delle fasi della lezione; 3) tipologie e funzioni dei segnali discorsivi di tipo metatestuale e interazionale; 4) gli atti linguistici usati (prevalentemente) dagli insegnanti e i toni non formali dei loro enunciati, al fine di definire i rapporti di forza che legano maestri e scolari e di comprendere il nesso tra strategie discorsive riprodotte negli episodi e intenti didattici ed educativi delle autrici. Si intende così far luce sulle caratteristiche della scelta espositiva dialogico-narrativa, finalizzata a rendere più vivace e coinvolgente la trasmissione delle nozioni scolastiche. L’analisi permette anche qualche riflessione sul ruolo socioculturale dei maestri e sulla valorizzazione dell’infanzia nell’Ottocento: aspetti che questi testi riflettono e su cui esprimono implicitamente punti di vista e auspici.

L’evento comunicativo “lezione scolastica” in alcuni libri di lettura per le classi elementari (1882-1913): analisi pragmatica di una modalità espositiva

Russo B
2020-01-01

Abstract

L’articolo presenta un’indagine pragmatica su un evento comunicativo frequentemente riprodotto in alcuni libri di lettura per la scuola elementare scritti da autrici italiane per l’infanzia tra fine Ottocento e primo Novecento: la lezione in classe. In queste letture, nozioni disciplinari e insegnamenti comportamentali, piuttosto che essere presentati in modo astrattamente espositivo, sono spesso inquadrati in una cornice dialogico-narrativa che riproduce il contesto di una classe elementare e dunque di una lezione svolta in forma monologica ma spesso anche dialogata, e prevalentemente basata su metodi intuitivo-esperienziali. Si analizzano: 1) modalità espositive, strategie discorsive e organizzazione testuale dei “brani-lezione”, con attenzione verso i fenomeni del parlato spontaneo e dell’interazione scolastica, come le domande formulate dagli insegnanti e le strategie di rispecchiamento da loro adottate nei confronti degli interventi degli alunni, anche questi oggetto di analisi nella varietà delle loro funzioni; 2) la rappresentazione delle fasi della lezione; 3) tipologie e funzioni dei segnali discorsivi di tipo metatestuale e interazionale; 4) gli atti linguistici usati (prevalentemente) dagli insegnanti e i toni non formali dei loro enunciati, al fine di definire i rapporti di forza che legano maestri e scolari e di comprendere il nesso tra strategie discorsive riprodotte negli episodi e intenti didattici ed educativi delle autrici. Si intende così far luce sulle caratteristiche della scelta espositiva dialogico-narrativa, finalizzata a rendere più vivace e coinvolgente la trasmissione delle nozioni scolastiche. L’analisi permette anche qualche riflessione sul ruolo socioculturale dei maestri e sulla valorizzazione dell’infanzia nell’Ottocento: aspetti che questi testi riflettono e su cui esprimono implicitamente punti di vista e auspici.
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